venerdì 25 aprile 2014

Telegram: disponibile la Web Apps per Ubuntu Linux

Grazie Telegram Unity Webapp potremo accedere al famoso servizio di messaggistica istantanea direttamente dal nostro desktop con tanto d'integrazione con Unity.

Telegram Unity Webapp
Telegram è un servizio di messaggistica istantanea che sta riscontrato un notevole successo dato che offre caratteristiche simili a WhatsApp ma però con un client open source e molti servizi correlati. Ad esempio possiamo accedere al servizio di messaggistica da qualsiasi web browser grazie al portale Telegram Web dal quale potremo avere una migliore integrazione con l'ambiente desktop Unity di Ubuntu grazie alla Web Apps dedicata. Telegram Unity Webapp è un'utile progetto che ci consente di integrare al meglio il famoso servizio di messaggistica istantanea in Ubuntu, con tanto di accesso direttamente dal Dash, integrazione con le notifiche ecc.

Con Telegram Unity Webapp potremo avviare il servizio di messaggistica direttamente dal Dash, una volta avviato avremo un collegamento nel Launcher che nel MeMenu con tanto di notifiche di messaggi ancora da leggere.

Telegram Unity Webapp è già disponibile per Ubuntu 14.04 e 13.10 digitando da terminale:

sudo add-apt-repository ppa:costales/unity-webapps-telegram
sudo apt-get update
sudo apt-get install unity-webapps-telegram

al termine dell'installazione basta avviare Firefox e collegarci a Telegram Web, ci verrà chiesto di attivare la Web Apps dedicata, basta confermare per avere il collegamento nel Dash e MeMenu.

Home Telegram Unity Webapp

Audacious 3.5 disponibile per il download

E' disponibile la nuova versione 3.5 di Audacious, uno dei più apprezzati player audio multimediali per Linux.

Audacious 3.5 in Ubuntu Linux
Audacious è un player audio multimediale open source presente nei repository ufficiali delle principali distribuzioni Linux. L'idea del progetto è quella di fornire un player audio dall'interfaccia semplice e minimale dotato però di molte ed utili features che possiamo anche aggiungere tramite plugin di terze parti.
Dispone del supporto per riprodurre e gestire file audio sia da locale che online, oltre ad includere un'equalizzatore multi-banda, temi personalizzabili e molto altro ancora. Il gruppo di sviluppatori di Audacious ha recentemente rilasciato la nuova versione 3.5, aggiornamento che introduce alcune utili features richieste dagli utenti.

Oltre a diverse correzioni di bug in Audacious 3.5 troviamo la possibilità di eliminare direttamente i brani (o spostarli nel cestino),  aggiunto nel menu contestuale della barra delle schede la nuova opzione per avviare la riproduzione dei brani contenuti in una scheda e l'opzione per visualizzare il numero di voci.
Audacious 3.5 aggiunge il supporto per le playlist Microsoft ASXv3, arriva la nuova opzione per nascondere la barra delle schede quando si utilizza una sola playlist (cosi da massimizzare lo spazio disponibile per il player), rivisitato e migliorato anche il plugin "set alarm" e la finestra di dialogo dedicata alle impostazioni sul sorgenti d'uscita (JACK).
Per maggiori informazioni su Audacious 3.5 basta consultare le note di rilascio disponibili in questa pagina.

Audacious 3.5 in Ubuntu Linux

Audacious 3.5 è già disponibile nei repository ufficiali di Arch Linux, per installarlo in Ubuntu o derivate:

sudo add-apt-repository ppa:nilarimogard/webupd8
sudo apt-get update
sudo apt-get install audacious

Home Audacious

Ecco il tema, icone font ecc di Mac OS X per Ubuntu 14.04 Trusty

Ecco come trasformare il look di Ubuntu con quello del Mac OS X grazie ad un tema, set d'icone, pulsante per il Launcher, sfondi, font ecc dedicati.

Tema di  Mac OS X in Ubuntu
Una delle principali caratteristiche disponibili nei più diffusi ambienti desktop Linux è la possibilità di poterli personalizzare completamente grazie anche a molti temi, sfondi e tool dedicati. Tra i temi più utilizzati dagli utenti Linux troviamo quello dedicato a Mac OS X con i "classici " pulsanti per le finestre circolari in un tema grigio con dettagli blu ecc. In questa guida vedremo come portare il look di Mac OS X in Ubuntu grazie ad un tema GTK+2 e GTK+3, set d'icone, tema per Mozilla Firefox, ecc.

Per prima cosa scarichiamo e installiamo i font per Mac OS X in Ubuntu, per farlo basta consultare questa nostra guida dedicata, in questo file  invece troveremo gli sfondi dedicati a Mac OS X.
Ora possiamo installare il tema e set d'icone per Mac OS X, per poterli attivare in Ubuntu dovremo anche installare Unity Tweak Tool (come indicato nella guida post-installazione) oppure possiamo installare Ubuntu Tweak consultando questa guida.

Tema di  Mac OS X in Ubuntu Control Center

Per installare il tema, set d'icone e cursori del mouse di Mac OS X in Ubuntu basta digitare:

sudo add-apt-repository ppa:noobslab/themes
sudo apt-get update
sudo apt-get install mac-ithemes-v3
sudo apt-get install mac-icons-v3

al termine dell'installazione basta avviare Ubuntu Tweak o Unity Tweak Tool e impostare il nuovo tema, set d'icone e cursori del mouse.

Per rimuovere il tema, icone e cursori basta digitare:

cd /usr/share/icons/mac-cursors && sudo ./uninstall-mac-cursors.sh
sudo apt-get remove mac-ithemes-v3 mac-icons-v3

Per inserire il logo Mac nel pulsante del Launcher e la dicitura Mac OS X al posto di Ubuntu Desktop nel pannello basta digitare:

Per il logo apple nel Launcher:

wget -O launcher_bfb.png http://drive.noobslab.com/data/Mac-14.04/launcher-logo/apple/launcher_bfb.png
sudo mv launcher_bfb.png /usr/share/unity/icons/

per ripristinare il logo Ubuntu:

wget -O launcher_bfb.png http://drive.noobslab.com/data/Mac-14.04/launcher-logo/ubuntu/launcher_bfb.png
sudo mv launcher_bfb.png /usr/share/unity/icons/

Per la dicitura Mac OS X al posto di Ubuntu Desktop nel pannello

cd && wget -O Mac.po http://drive.noobslab.com/data/Mac-14.04/change-name-on-panel/mac.po
cd /usr/share/locale/en/LC_MESSAGES; sudo msgfmt -o unity.mo ~/Mac.po;rm ~/Mac.po;cd

per rimuoverla basta digitare:

cd && wget -O Mac.po http://drive.noobslab.com/data/Mac-14.04/change-name-on-panel/mac.po
cd /usr/share/locale/en/LC_MESSAGES; sudo msgfmt -o unity.mo ~/Mac.po;rm ~/Mac.po;cd

E' disponibile anche il tema Mac OS X per Firefox, basta installarlo da add-on Mozilla.

Possiamo anche installare il tema Plymouth con l'animazione di  Mac OS X digitando:

sudo add-apt-repository ppa:noobslab/themes
sudo apt-get update
sudo apt-get install mbuntu-bscreen-v3

e riavviamo.

Per ripristinare il tema di default basta digitare:

sudo apt-get autoremove mbuntu-bscreen-v3

Questo è tutto, al termine avremo il nostro Ubuntu completamente in stile Mac OS X :D

mercoledì 23 aprile 2014

Android senza Google

Sempre più spesso leggo nei forum (a titolo d’esempio ecco qua) una domanda analoga alla seguente:
È possibile usare Android senza i servizi Google?
Le non-risposte sono sempre analoghe alle seguenti
Se non vuoi usare i servizi Google usa un altro telefono.
Senza i servizi Google non ha senso usare Android.
La potenza di Android sta nei servizi Google
Personalmente non sono d’accordo con nessuna risposta e trovo più che leggittima la domanda.
E la risposta è si!
Inanzitutto si deve tenere conto che il sistema operativo Android e le applicazioni Google (GMail, Maps, …) sono rilasciate sotto licenze diverse; quindi è possibile accettare una licenza (quella di Android) e rifiutare la seconda (quella delle applicazioni Google), esattamente come è possibile rifiutare le licenze dei programmi preinstallati (ad esempio le app relative ai social network come facebook)
Ma perché qualcuno dovrebbe voler usare un cellulare Android senza le applicazione che richiedono un account Google?
  • Non si possiede un account Google
  • Non si vuole dare a Google accesso alla propria vita privata (rubrica, sms, altri dati personali salvati nel telefono…)
  • Si vogliono usare altre offerte/gestori di servizi, siano essi per la posta elettronica, per il navigatore o quant’altro
  • Non si vuole accettare il contratto per le applicazioni Google
Alcuni potrebbero obbiettare che si può creare un account google e poi non usarlo, disabilitare la sincronizzazione e quant’altro, ricordando che senza accorgersi Google registrò GB di informazioni su reti wireless, oppure che anche Apple senza il consenso degli utenti attivo il tracciamento della posizione, personalmente preferire rimuovere il problema alla radice, per non correre rischi; quindi non attivare nessun account e rimuovere tutti i software relativi ai servizi Google (e altri) se non sono interessato ad essi.
Ovviamente per fare un lavoro pulitò serviranno i permessi di amministratore sul proprio telefono, in modo da poter rimuovere tutte le applicazioni e i servizi preinstallati, meglio ancora installare una rom alternativa per proteggersi anche da spyware come ad esempio Carrier-IQ (preinstallato da alcuni produttori di telefoni su alcuni terminali).
Una alternativa completamente libera è Replicant, anche se funziona soltanto su un numero molto ristretto di cellulari, le rom più usate sono cyanogenmod e miui.
Ma come si fa, a questo punto, ad installare le applicazioni se non si ha accesso al market per il quale serve un account Google?
Su qualsiasi telefono Android è possibile installare applicazioni che non provengono dal market ufficiale, questo vuol dire che basta installare un market alternativo per essere a cavallo. F-droid è sicuramente una buona scelta, non di certo per il numero di applicazioni che offre (attualmente sono davvero poche), ma perché permette di scaricare e installare applicazioni senza doversi registrare, oltre ad offrire soltanto applicazioni dal codice sorgente pubblicamente disponibile.
Esistono molte alternative non libere, come ad esempio l’amazon app store, samsung store, tim store, AppBrain,  oppure anche opera possiede un proprio market. Ne esistono molti altri ancora, ma richiedono tutti quanti una identificazione.
E per gli altri servizi come si fa?
Per quelli basta cercare, alla fine esiste per tutto più o meno un’alternativa (opensource per di più!), elencherò alla fine i servizi per cui non sono stato in grado di trovarla.
Per controllare la posta esiste ad esempio il programma K9-mail, supporta gli standard ed è sicuramente più avanzato dei due client preinstallati sull maggior parte dei telefoni (GMail e Mail), in quanto il primo funziona soltanto con l’account Gmail, mentre il secondo, un client generico, ha delle funzionalità molto limitate.
Per chattare con chi ha un account Google, è possibile usare una qualsiasi applicazioni che supporti il protocollo xmpp, come ad esempio Beem.
Di navigatori ne esistono a iosa, su F-Droid è possibilie visualizzarne alcuni, come ad esempio OpenSatNav.
Android è in teoria in grado di gestire le telefonate Voip con un qualsiasi account SIP, ma spesso dai produttori tale voce nei menu viene rimossa, vi sono fortunatamente dei programmi in grado di riaggiungere al proprio telefono questa funzionalità, tra cui csipsimple.
Da poco Google ha annunciato un servizio di Storage online, arriva con leggero ritardo in confronto a numerose alternative, come ad esempio SparkleShare.
Ed ora passo ai servizi per il quale non ho trovato un servizio alternativo.
Il primo è la sincronizzazione della rubrica.
Ci sono forse diverse alternative che propongono la sincronizzazione tramite il web, ma a questo punto il problema della privacy persiste. Per quanto abbia cercato non ho trovato il modo di effettuare la sincronizzazione via cavo su un sistema GNU/Linux con il gestore di posta Thunderbird.
Ovviamente è possibile importare ed esportare i contatti, ma non ho ancora trovato il modo di automatizzare tutto.
Il secondo è il calendario.
Non so se valga per tutti i cellulari, ma il calendario preinstallato non è nient’altro che un front-end per il calendario online del proprio account Google.
Se non si registra quindi un account non sarà possibile inserire eventi e quant’altro, l’unica operazione possibile (magra consolazione), sarà quella di poter visualizzare il calendario senza nessun evento.
Gli unici calendari che sono riuscito erano anche essi collegati al profilo Gmail, e quindi non costituivano una vera alternativa.
Penso che la mancanza di questi due servizi sia abbastanza grave, sopratutto se si vuole parlare di smartphone, dal momento che tali funzionalità possono essere trovate anche su alcuni cellulari che non sono considerati smart.
La soluzione proposta da Google, cioè quella di passare dal cloud, non mi sembra una soluzione ottima, dal momento che richiede una connessione perenne alla rete, non sempre disponibile. Preferisco poter fare le cose anche in locale, e questo attualmente non è possibile.
Infine, a titolo d’esempio per i più scettici sulla possibilità d’uso di un device Android senza i servizi Google, ecco un device d’esempio completamente spoglio di tali servizi: il Kindle Fire.
Anche se è auspicabile che sarà scritto che per poterlo usare sarà necessario un account Amazon, trattandosi di un sistema Android sarà probabilmente possibile usarlo anche senza avere un account. Certo, non si potrà poi accedere al market e quant’altro, ma come ho già scritto prima le alternative ci sono per quasi ogni servizio offerto.

SMS Romer, da oggi la CyanogenMod si installa via SMS

cm-11-boot
di | 22 aprile, 2014
Android | Development
Gli amanti del modding probabilmente apprezzeranno l’applicazione che oggi stiamo per proporre, ovvero SMS Romer. Tramite quest’app sviluppata da rootfan è infatti possibile installare la CyanogenMod a bordo del proprio dispositivo Android semplicemente autoinviandosi un SMS sul proprio numero.
SMS Romer infatti scaricherà la tipologia di ROM che è stata richiesta dall’utente e successivamente provvederà a flasharla via recovery; affinchè però il flash venga effettuato nel modo corretto si dovrà verificare di avere a bordo del proprio dispositivo la recovery TWRP e che il proprio device sia supportato ufficialmente dal team CyanogenMod (qui la lista di dispositivi supportati). Naturalmente l’app richiede i permessi di root, quindi bisognerà abilitarli nel caso non vi fossero.
Andiamo però a dare uno sguardo più attento all’applicazione.
Screenshot_2014-04-15-21-26-23
Qui di seguito abbiamo riportato i punti da seguire per effettuare correttamente l’installazione della CyanogenMod via SMS:
  • scaricare il file APK di SMS Romer (QUI) ed installarlo sul proprio dispositivo Android
  • lanciare l’app
  • selezionare “Activate”
  • in “special code” scrivere il tipo di CM (nightly, stable, RC, etc..) seguito da uno o più comandi speciali (-c -d -w -g)
  • autoinviarsi un SMS con il codice scritto in “special code”
  • una volta finito, selezionare “Deactivate”
I comandi speciali (-c -d -w -g) sono relativi a:
  • -c: wipe cache
  • -d: wipe dalvik cache
  • -w: wipe dati
  • -g: wipe google apps
Esempi di special code, e quindi di SMS, possono essere i seguenti:
  • nightly -d (scarica l’ultima CyanogenMod nightly disponibile per il dispositivo in questione ed effettua un wipe dati prima dell’installazione)
  • stable -c -g (scarica l’ultima CyanogenMod stabile disponibile per il dispositivo in questione ed effettua un wipe cache ed un wipe delle google apps prima dell’installazione)
  • ecc…
Come vedete la procedura è molto semplice e bisogna semplicemente abituarcisi. L’applicazione comunque è ancora alle prime fasi del suo sviluppo e potrebbe per questo presentare dei problemi su qualche dispositivo. Riportateci quindi nei commenti la vostra esperienza con SMS Romer.

Nmon: Analyze and Monitor Linux System Performance

If you are looking for a very easy to use performance monitoring tool for Linux, I highly recommend to install and use the Nmon command-line utility.
Install Nmon in Linux

Nmon Monitoring Tool
Nmon is a system’s administrator tuner, benchmark tool that can be used to display performance data about the followings:
  1. cpu
  2. memory
  3. network
  4. disks
  5. file systems
  6. nfs
  7. top processes
  8. resources
  9. power micro-partition
A very nice thing I really like about this tool is the fact that it is fully interactive and helps the Linux user or the system administrator with the necessary command to get the most out of it.

Installing Nmon Monitoring Tool in Linux

If you are using a Debian based Linux distribution you can easily install the Nmon command-line utility by grabbing it from the default repositories. To install,  Open a new terminal (CTRL+ALT+T) and use the following command.
$ sudo apt-get install nmon
Are you a Fedora user? To install in your machine open a new terminal and run the following command.
$ sudo yum install nmon
CentOS/RHEL users can install it, by downloading it from http://pkgs.repoforge.org/nmon/. Alternatively, you can also install by enabling RPMForge Repository.

How to use Nmon to Monitor Linux Performance

Once the installation of Nmon has been finished and you launch it from the terminal by typing the ‘nmon‘ command you will be presented with the following output.
# nmon
Nmon Preview

Nmon Preview
As you guys can see from the above screenshot, the nmon command-line utility runs completely in interactive mode and it presents the user with the keys to toggle statistics.

Check CPU by processor

For example, if you would like to collect some statistics on CPU performance you should hit the ‘c‘ key on the keyboard of the system you are using. After hitting the ‘c‘ key on my keyboard I get a very nice output that gives me information on my CPU usage.
Monitor CPU by Processor

CPU by Processor
The following are the keys you can use with the  utility to get information on other system resources present in your machine.
  1. m = Memory
  2. j = Filesystems
  3. d = Disks
  4. n = Network
  5. V = Virtual Memory
  6. r = Resource
  7. N = NFS
  8. k = kernel
  9. t = Top-processes
  10. . = only busy disks/procs

Top Process Statistics

To get stats on top processes that are running on your Linux system press the key ‘t‘ on your keyboard and wait for the information to show up.
Monitor Linux Running Processes

Top Processes
Those familiar with the top utility will understand and be able to interpret the above information very easy. If you are new to Linux system administering and have never used the top utility before, run the following command in your terminal and try to compare the produced output with the above one. Do they look similar, or is it the same output?
# top
It looks like I am running the top process monitoring utility when I use the key ‘t‘ with the Nmon tool to me.

Check Network Statistics

How about some network stats? Just press ‘n‘ on your keyboard.
Monitor Linux Network Statistics

Network Statistics

Disk I/O Graphs

Use the ‘d‘ key to get information on disks.
Monitor Linux Disk I/O

Monitor Disk I/O

Check Kernel Information

A very important key to use with this tool is ‘k‘, it is used to display some brief information on the kernel of your system.
Kernel Information

Check Linux Kernel Information

Get System Information

A very useful key for me is the key ‘r‘ which is used to give information on different resources such as machine architecture, operating system version, Linux version and CPU. You can get an idea of the importance of the key ‘r‘ by looking the following screenshot.
Get Linux System Information

System Information

Check File System Statistics

To get stats on the file systems press ‘j‘ on your keyboard.
Monitor Linux File System

File System Statistics
As you can see from the above screenshot, we get information on size of the file system, used space, free space, type of the file system and the mount point.

Display NFS Data

The key ‘N‘ can help to collect and display data on NFS.
Monitor NFS

NFS Data
So far it has been very easy to work with the Nmon utility. There are many other thing you need to know about the utility and one of them is the fact that you can use in data captured mode. If you don’t like the data to be displayed on the screen you can easily capture a small sample file with the following command.
# nmon -f -s13 -c 30
After running the above command you will get a file with ‘.nmon‘ extension in the directory where you were while working with the tool. What is the ‘-f‘ option? The following is a simple and short explanation of the options used in the above command.
  1. The -f means you want the data saved to a file and not displayed on the screen.
  2. The -s13 means you want to capture data every 13 seconds.
  3. The -c 30 means you want thirty data points or snap shots.

Conclusion

There are many tools that can do the job of the Nmon utility, but none of them is so easy to use and friendly to a Linux beginner. Unfortunately the tool does not have as many features as other tools such as collectl and it can not provide in-depth stats to the user.
At the end I can say it is a very nice utility for a Linux system administrator, especially for someone that is not familiar with command-line options and commands.

KolibriOS semplicemente il sistema operativo più leggero al mondo

Vi presentiamo Kolibri OS un completo sistema operativo open source indicato da molti user come il più leggero al mondo.

KolibriOS
Una delle principali caratteristiche di GNU/Linux è la possibilità di rendere ancora funzionalità personal computer datati pronti da essere buttati in discarica.
Per poter ridar vita a vecchi pc troviamo molti ambienti desktop / window manager leggeri corredati di applicazioni dedicate in grado di richiede pochissimi MB per l'utilizzo. Per chi ha un personal computer datato arriva anche un'alternativa a Linux, sempre open source che si chiama KolibriOS.
KolibriOS è un leggerissimo sistema operativo open source, completamente scritto in assembly (chiamato anche linguaggio macchina), in grado di poter essere avviato all'interno di un "normale" Floppy Disk da 1.44 MB.

Disponibile sia come immagine per Floppy Disk che come ISO livecd per avviarlo da CD/DVD o installarlo in un pc, richiede per funzionare correttamente 8MB di memoria RAM, il micro sistema operativo dispone anche di diversi software come web browser, diversi programmi, word processor, reader di immagini, editor grafici ecc oltre a diversi giochi. Grazie ai repository dedicati, è possibile mantenere costantemente aggiornato il sistema operativo oltre a poter includere anche nuove applicazioni (stesso funzionamento delle attuali distribuzioni Linux), da notare inoltre che è disponibile anche in lingua italiana.

KolibriOS include il completo supporto ai filesystem FAT12/16/32 mentre consente solo la lettura di file system NTFS, ISO9660 e Ext2/3/4, dispone anche di un'ottimo supporto hardware che comprende anche diverse schede di rete (in questa pagina troverete l'elenco completo) .

Ecco un video dedicato a KolibriOS:


Per maggiori informazioni su KolibriOS consiglio di consultare il Wiki e Forum del progetto.
Ringrazio il nostro lettore biosniper per la segnalazione.

Home KolibriOS

Chromium OS: disponibili le immagini Daily Build

In questo articolo vedremo come scaricare le Daily Build di Chromium OS per X86, X64 o ARM e installare il sistema operativo open di Google sia su normale pc oppure su Virtualbox.

Chromium OS - Daily Build
ChomeOS è un sistema operativo proprietario di Google che troviamo preinstallato nuovi nuovi pc Chromebook. L'idea di Google è quella di fornire all'utente un sistema operativo stabile, leggero e sicuro interamente basato sul browser Chrome versione rivisitata con integrate alcune opzioni e un'ottimo window manager che oltre a gestire le finestre include anche trasparenze, effetti ecc.
Come per il browser Chrome anche Chrome OS viene sviluppato attraverso un progetto open source denominato Chromium OS nel quale troviamo le stesse funzionalità della versione proprietaria tranne la mancanza dei codec, flash plugin e il reader di pdf. Nei mesi scorsi abbiamo presentato diverse guide dedicate a Chromium OS e come installarlo in modalità persistente su pendrive oppure installarlo come una normale distribuzione Linux, abbiamo visto come installare Flash Player, Java, Codec e il lettore di PDF e i driver Broadcom. Tutto questo era possibile grazie alle immagini fornite da hexxeh nel portale dedicato. Purtroppo le immagini non vengono aggiornate dallo scorso aprile 2013, per fortuna un team di sviluppatori ha deciso di portare avanti il progetto rilasciando la versione in fase di sviluppo o Daily Build di Chromium OS.

Grazie al progetto Chromium OS Builds potremo quindi installare Chromium OS sia in modalità persistente sulla nostra pendrive oppure sul nostro pc con la possibilità di poter testare il sistema operativo di Google anche da Virtualbox rilasciando macchina virtuale vdi dedicata.
Da notare inoltre che le immagini daily build di Chromium OS vengono rilasciate ottimizzate sia nella versione 32 Bit che 64 bit ed inoltre troviamo anche la versione ARM che ci consente di testare il sistema operativo di Google anche su tablet, single board ecc.

Chromium OS Builds

Per scaricare le immagini Daily Build di Chromium OS per pc (img), ARM o Virtualbox (vdi) basta collegarci in questa pagina nella quale troveremo la versione aggiornata in data odierna (daily) oppure la versione aggiornata settimanalmente (weekly). Il processo d'installazione rimane lo stesso delle immagini fornite da hexxeh potete quindi seguire le guide realizzate da lffl per pote installare / testare Chromium OS nel vostro pc.

Home Chromium OS Builds

idrive,100gb di spazio cloud a soli 99 centesimi al'lanno

idrive-1
di | 10 aprile, 2014
Android | News
Da IDrive arriva una nuova interessante promozione dedicata a tutti quegli utenti Android alla costante ricerca di spazio aggiuntivo per memorizzare i propri documenti e contenuti multimediali.
La promozione lanciata da IDrive, infatti, prevede ben 100GB di cloud storage all’irrisorio prezzo di 0,99 dollari all’anno, divenendo così una delle soluzioni più interessanti tra quelle disponibili sul mercato.
Dello spazio offerto da IDrive a ciascun utente 50GB potranno essere sfruttati per conservare musica, video, immagini e qualunque altro genere di file, così come si farebbe su una normale scheda SD. I restanti 50GB, invece, saranno riservati alla sincronizzazione tra dispositivi, così da avere un accesso ai propri file a 360°.
Il team di IDrive non ha sottovalutato l’aspetto relativo alla sicurezza: il servizio, infatti, può contare su un sistema di crittografia AES a 256-bit.
I nuovi utenti che desiderano provare IDrive non devono fare altro che registrarsi per ottenere 5GB di spazio gratuito ed altri 500MB saranno regalati all’installazione dell’applicazione:
IDrive (Online Backup)
1,351 valutazioni
Offers in-app purchases
da IDrive Inc
100,000 - 500,000 installazioni
Le premesse per un servizio interessante sembrano esserci tutte.

pf-kernel: disponibile per Ubuntu e derivate la nuova versione basata su Linux 3.14

E' disponibile per Ubuntu e derivate la nuova versione 3.14 di pf-kernel, ecco le novità e come installarlo.

pf-kernel 3.14
Per chi non lo sapesse pf-kernel è una versione del Kernel Linux con integrate numerose patch e tool per rendere ancora più performante e reattiva la nostra distribuzione. Tra le varie patch incluse in pf-kernel troviamo il scheduler di Con Kolivas con ottimizzazioni come "BFQ" (Budget Fair Queueing), e patch che migliorano la gestione del disco, e TuxOnIce per velocizzare la sospensione e ibernazione del sistema operativo e molto altro ancora. Il team di sviluppatori di pf-kernel ha recentemente rilasciato la nuova versione basata sul Kernel Linux 3.14 già disponibile anche per Ubuntu e derivate.
Aspettando il rilascio dei nuovi repository ufficiali di pf-kernel per Ubuntu, possiamo installare la nuova versione scaricando i pacchetti "a mano".

Per installare pf-kernel 3.14  in Ubuntu e derivate basta digitare da terminale

Per Ubuntu e derivate 32 BIT

wget ftp://big-bum.uni.cx/pf-kernel/i386/linux-headers-3.14.0-pf1+_3.14.0-pf1+-10.00.Custom_i386.deb 
wget ftp://big-bum.uni.cx/pf-kernel/i386/linux-image-3.14.0-pf1+_3.14.0-pf1+-10.00.Custom_i386.deb
sudo dpkg -i *.deb
sudo reboot

Per Ubuntu e derivate 64 BIT

wget ftp://big-bum.uni.cx/pf-kernel/amd64/linux-headers-3.14.0-pf1+_3.14.0-pf1+-10.00.Custom_amd64.deb
wget ftp://big-bum.uni.cx/pf-kernel/amd64/linux-image-3.14.0-pf1+_3.14.0-pf1+-10.00.Custom_amd64.deb
sudo dpkg -i *.deb
sudo reboot

Al riavvio avremo il nuovo pf-kernel 3.14, per rimuovere il Kernel basta digitare:

sudo apt-get purge linux.image-3.14-pf+-*
sudo update-grub

e riavviamo.

Ringrazio il nostro lettore prodromo per la segnalazione.

Home pf-kernel

RSS Guard un semplice e completo lettore di feed

RSS Guard un completo e funzionale reader di feed QT che include moltissime funzionalità, con tanto browser integrato e molto altro ancora.

RSS Guard in Ubuntu Linux
Sono molti gli utenti che amano seguire le news di lffl o altri blog attraverso i feed rss sia attraverso i vari servizi online come ad esempio Feedly oppure utilizzando applicazioni dedicate come ad esempio Liferea, Akregator, RSSOwl ecc presenti nei repository ufficiali delle principali distribuzioni Linux. In alternativa possiamo utilizzare RSS Guard un reader di feed open source, scritto in C++ con interfaccia grafica Qt , e disponibile per Linux e prossimamente anche per device mobili.

RSS Guard dispone di un'interfaccia grafica molto semplice ed intuitiva, dalle preferenze però potremo notare come il software disponga di moltissime funzionalità compreso un browser integrato per poter visualizzare i vari feed e navigare all'interno del portale correlato.
Tra le principali caratteristiche di RSS Guard troviamo il supporto per i più diffusi formati di feed con la possibilità di importare ed esportare elenchi di feed con tanto di gestore dei vari metadati con tool per il recupero delle favicon di ogni feed.
Dispone inoltre di strumenti per la gestione degli aggiornamenti ad intervalli di tempo per ogni singolo feed, oltre al supporto per SQLite, MySQL per la gestione dei dati, supporta feed di portali privati (cui serve l'autenticazione per la visualizzazione) ed include ottimizzazioni per poter gestire anche grandi elenchi di feed.

RSS Guard offre molte personalizzazioni, possiamo ad esempio modificare i pulsanti della barra degli strumenti, cambiare il tema delle icone (di default troviamo KFaenza), è possibile inoltre cambiare l'interfaccia utente conforme le nostre preferenze. Il software include varie modalità di visualizzazione, oltre ad una navigazione a schede (esempio possiamo avviare un link in una nuova tab, supporta le gesture del mouse e molto altro ancora.

RSS Guard è disponibile per Arch Linux, Debian, Fedora, openSUSE ed Ubuntu grazie a repository di terze parti dedicati disponibili in questa pagina. Per Ubuntu possiamo scaricare solo il pacchetto deb collegandoci in questa pagina e cliccando sotto sull'opzione "Prendi direttamente i pacchetti binari".

Home RSS Guard

Installare Apt-Fast in Ubuntu 14.04 Trusty e derivate

In questa guida vedremo come installare e configurare facilmente APT-FAST in Ubuntu 14.04 Trusty e derivate.

 Apt-Fast in Ubuntu 14.04 Trusty
Apt-Fast è un'utile tool con il quale potremo scaricare molto più velocemente i pacchetti velocizzando quindi le opzioni d'installazione ed aggiornamento. Per scaricare più velocemente i vari pacchetti Apt-Fast utilizza un download manager come Aria2 o Axel in maniera tale da poter scaricare più pacchetti contemporaneamente, logicamente la velocità dipende anche dalla nostra connessione internet, mirror utilizzato ecc. Il tool Apt-Fast include anche diverse opzioni come ad esempio il supporto per il gestore dei pacchetti  apt-get o aptitude, il supporto per proxy, il supporto per le principali funzionalità come upgrade, dist-upgrade a build-dep ecc.

Apt-Fast è disponibile per Ubuntu e derivate grazie ai PPA apt-fast stable in data odierna non ancora aggiornati per il Ubuntu 14.04 Trusty LTS.
Possiamo comunque installare Apt-Fast in Ubuntu 14.04 Trusty e derivate semplicemente scaricando il pacchetto deb per 32 o 64 bit dai link posti sotto:


Una volta installato Apt-Fast dovremo configurare il tool impostando il download manager, ecc digitando da terminale:

sudo dpkg-reconfigure apt-fast

e confermiamo download manager ecc selezionando sempre su Ok spostandoci con il tasto TAB (quello sopra il tasto Maiuscole della nostra tastiera).

 Apt-Fast - Configurazione

L'utilizzo di Apt-Fast è davvero molto semplice, al posto del normale comando apt-get utilizzeremo apt-fast.

Per installare un pacchetto:

sudo apt-fast install nomepacchetto

Ad esempio:

sudo apt-fast install gimp

Per aggiornare:

sudo apt-fast upgrade

Rcordo che Apt-Fast funziona solo da riga di comando, non funziona ad esempio installando pacchetti da Ubuntu Software Center.

Home Apt-Fast

Lubuntu 14.04 e il supporto CPU non PAE

Ecco come poter installare Lubuntu 14.04 anche in vecchi personal computer con processore che non supporta PAE.

Lubuntu 14.04 non PAE
L'abbandono del supporto di Windows XP sta facendo avvicinare molti utenti ed aziende a Linux offrendo cosi gratuitamente un sistema operativo più stabile e soprattutto più sicuro dell'ormai obsoleto sistema operativo proprietario di Microsoft. Una delle migliori scelte è quella di migrare da XP a Lubuntu, distribuzione ufficiale in grado di coniugare le qualità di Ubuntu con la leggerezza dell'ambiente desktop LXDE. Purtroppo attualmente Lubuntu non supporta vecchie CPU non PAE (Physical Address Extension)  come ad esempio pc con Intel Pentium M ecc utilizzati ancora da diversi utenti.

Per questo motivo i developer Lubuntu  hanno integrato nella release 14.04 il supporto per cpu non pae grazie al tool fake-pae (incluso anche in Xubuntu 14.04) che ci consente di poter installare la distribuzione anche in computer con CPU non PAE.
Per poter attivare il supporto fake pae in Lubuntu 14.04 Trusty all'avvio, dopo aver impostato la lingua italiana, basta cliccare su F6 premere Esc per avviare la stringa d'avvio e digitare:

forcepae

Fatto questo, possiamo installare o provare Lubuntu anche su pc con cpu non pae.

In alternativa un gruppo di sviluppatori ha creato una ISO di Lubuntu per pc non pae (versione che però non include la modalità live), basta scaricare lubuntu-14.04-non-pae.iso da questa pagina ed installarla nel nostro pc.

Per maggiori informazioni su Lubuntu e il supporto per pc non PAE consiglio di consultare la pagina dedicata dal Wiki Ubuntu.

Aggiornare o operare in Ubuntu o derivate dalla modalità di ripristino

In questa guida vedremo come poter aggiornare, installare oppure operare in Ubuntu o derivate direttamente dalla modalità di ripristino, ecco come fare...

modalità di ripristino
Tra le tante funzionalità incluse in Ubuntu e nelle derivate ufficiali troviamo anche la modalità di ripristino che ci consente di risolvere eventuali problemi oppure operare nel sistema da riga di comando. Grazie alla modalità di ripristino potremo ad esempio ripristinare il bootloader GRUB, liberare spazio nel nostro sistema, risolvere eventuali problemi, aggiornamenti ecc il tutto da riga di comando senza dover avviare alcun ambiente desktop o altro. La modalità di ripristino può tornarci utile per aggiornare la nostra distribuzione, installare driver proprietari Nvidia o AMD dall'installer ufficiale, installare nuovi pacchetti ecc con estrema facilità ecco come fare...

La modalità di ripristino ci consente di aggiornare ed installare nuove applicazioni ecc in questo caso serve però una connessione internet attiva, basta quindi collegare il nostro pc ad una LAN oppure dovremo configurare la nostra connessione Wireless o Intenet Mobile da riga di comando grazie a nncli (versione cli di Network Manager).

Per accedere alla modalità di ripristino in Ubuntu o derivate ufficiali come Kubuntu, Lubuntu, Xubuntu, Ubuntu Gnome ecc basta tener premuto all'avvio il tasto Shift (il tasto con la freccia in alto per il maiuscolo), in maniera tale da accedere al bootloader GRUB, una volta avviato andiamo in "Opzioni avanzate per Ubuntu" e scegliamo la versione del Kernel più recente con (modalità ripristino) dopo alcuni secondi dovremo trovarci una schermata come l'immagine in alto.

A questo punto se dobbiamo aggiornare, installare applicazioni dovremo attivare la nostra connessione, basta collegare il pc ad una Lan e accedere alla sezione "network - abilitare la rete" dopo alcuni secondi dovrebbe essere già attiva la nostra connessione.

modalità di ripristino - rete

a questo punto andiamo nella sezione "root Passa a una shell con privilegi di Root", da li potremo ad aggiornare la nostra distribuzione digitando:

apt-get update
apt-get upgrade

oppure installare nuove applicazioni, aggiungere ppa ecc

modalità di ripristino - installazione

possiamo anche risolvere eventuali problemi di dipendenze (causate da errori di installazione) digitando:

apt-get -f install

oppure in caso di errori come "value for `status' field not allowed in this context Error in function" digitiamo:

sudo dpkg --clear-avail
sudo apt-get update

in caso di errori di /var/lib/dpkg/lock
basta digitare:

sudo rm /var/lib/dpkg/lock
sudo dpkg --configure -a
sudo apt-get -f install

una volta terminato di operare da root basta digitare exit e selezionare l'opzione resume - Ripristina l'avvio normale per riavviare normalmente la distribuzione.

Ricordo che possiamo attivare la modalità di ripristino anche in Arch Linux basta consultare la nostra guida dedicata.

MorphOS e Mac Mini G4: Un matrimonio perfetto

Dopo avervi presentato Icaros, evoluzione moderna di Amiga OS 3.1 per x86, voglio parlare di MorphOS.
MorphOS è il diretto concorrente di Amiga OS 4, entrambi sistemi nati con in mente Amiga OS 3.x, ma ovviamente al passo con i tempi.
packultimate
Rispetto agli anni ’90 c’è stato un cambio totale di architettura passando dalla Motorola 68k alla PowerPC (non supporta x86), architettura oramai piuttosto di nicchia, abbandonata anche da Apple per passare alla più performante ed economica x86.
Purtroppo però, a causa di questa scelta, l’economicità tipica delle CPU x86 è andata ” per i fatti suoi” e ci si ritrova a spendere anche oltre 1.000 € per veri e propri avanzi di magazzino… non voglio fare pubblicità negativa a nessuno, ci mancherebbe, però nostalgico non è sinonimo di fesso (per dirla con parole carine :)) e molte macchine proposte valgono fra sì e no un decimo del loro prezzo finale… secondo me, purtroppo, ci “giocano” molto sopra e vedono gli appassionati di Amiga come polli da spennare. Opinione personalissima.
Oggi voglio proporvi una soluzione alternativa per installare MorphOS e, perchè no, risparmiare un bel pò di denaro; basta utilizzare un vecchio Mac Mini G4, i primi con CPU PowerPC.

Si può acquistare ad un prezzo di circa 100€ (mercatini, eBay, etc) e permetterà di divertirvi alla grande.
Premetto subito che MorphOS non è un sistema operativo gratuito, ma il suo prezzo non è eccessivo in assoluto, costa infatti 79€ (versione Mac Mini) contro i 150€ di Amiga OS 4.1, per fare un esempio.
In ogni caso potrete scaricare e installare la demo di MorphOS, in modo da testarlo prima e non comprare a  scatola chiusa; la demo è pienamente funzionale per 30 minuti, successivamente il sistema rallenterà costringendo ad un riavvio per riacquistare la verve perduta. Se deciderete di acquistarlo avviate l’applicazione regtool, inserite i dati e vi arriverà via mail il link per procedere all’acquisto via paypal.

Installiamolo

Nella sezione download potrete scaricare la versione completa, oltre che la versione upgrade, il SDK e parte dei sorgenti (è un OS misto proprietario/open source).
Una volta masterizzata la ISO possiamo passare alla semplice installazione:
  • Avviate il vostro Mac Mini tenendo premuto il tasto C e subito dopo inserite il CD di MorphOS
  • Così facendo partirà l’installer grafico con cui vi basterà seguire le istruzioni a video, nulla di più facile.
  • Se il CD non viene avviato ripetete l’operazione eseguendo un reboot

Dual boot con Mac OS X


Prima di agire fate un backup completo (ghost) della vostra partizione di sistema, così in caso di errori e/o problemi potrete ripristinare tutto senza problemi.
Per mantenere il dual boot con Mac OS dovete scaricare e masterizzare la ISO un partition manager come Parted Magic oppure usare Stellar Partion Manager se volete ridimensionare da Mac OS X.

Do per scontato che sappiate utilizzare un partition manager.
Dovrete ridimensionare (rimpicciolendo) la partizione dove risiede Mac OS (quanto spazio riservare a MorphOS spetta a voi deciderlo, in base all’importanza che gli date e allo spazio disponibile su disco) e dallo spazio non allocato che ne deriverà dovrete creare due partizioni:
  1. Una da 64 MB formattata in HFS con etichetta BOOT …
  2. … e un’altra da lasciare senza file system, dopo su questa formatteremo e installeremo dal CD di MorphOS
Date applica  per eseguire le tre operazioni (resize, creazione partizione 64 MB, creazione partizione X senza file system).
Ora reinserite il CD di MorphOS, premete C all’avvio e fate partire l’installazione.
Fate partire iWizard e scegliete l’installazione manuale; ora vi troverete nella GUI del partizionatore:
  1. Scegliete la partizione dove risiede OS X rinominatela DH0 e togliete la spunta a BOOT (A/UX)
  2. Passate ora a quella da 64 MB, chiamatela DH1 e assicuratevi che Boot (A/UX) e Mount (A/UX) non siano spuntati.
  3. Resta infine la partizione senza file system, dove ora andremo a installare MorphOS. Chiamatela DH2 e, all’opposto delle altre, sinceratevi che sia spuntato il flag su Boot (A/UX) e Mount (A/UX) e formattatela in SFS, premete su Save (no Next!)
  4. Andate nel desktop e cliccate sull’icona MorphOSBoot, poi Tools e avviate Mounter
  5. Selezionate ide.device unit 0 e DH1 (quella da 64 MB), in basso su Filesystem scegliete MAC HFS e date infine Mount.
  6. Se DH2 (ovvero la partizione dove installeremo MorphOS) non risulta montata sistematela ora
  7. Dal desktop andate stavolta nel menù Utilities, poi selezionate Format
  8. Lasciate DH1 (64 MB) con l’etichetta BOOT in HFS, e date a DH2 il nome che preferite, ad esempio Sistema
  9. Ora tutto dovrebbe essere correttamente formattato e montato
  10. Torniamo su iWizard e cliccate su Next, ora l’installer rileverà automaticamente la partizione con file system SFS (DH2), click su Install e attendete…
Ok, ora di default continuerà ad avviarsi Mac OS X, se invece desiderate avviare MorphOS vi basterà tenere premuto ALT durante l’accensione.

Il terzo “incomodo”… Linux

Dopo avervi parlato dell’installazione singola e in dual boot con Mac OS X, non potevo non proporvi anche Linux per PowerPC.
Per questa architettura ci sono svariate distribuzioni, più o meno specifiche come Yellow Dog oppure Crux, ma preferisco “buttarvi” su una distro estremamente diffusa e stracollaudata: Ubuntu.

Con Linux cambiano un pò di cose: durante il partizionamento iniziale con Parted Magic dovrete creare un’ulteriore partizione all’inizio del disco in HFS da 32 MB più (ovviamente) quella dove risiederà Ubuntu.
Per far coesistere in maniera decente questi tre sistemi assicuratevi di avere spazio sufficiente su disco.
Piccolo appunto: Se avete necessità di condividere i files fra MorphOS e Linux la scelta dovrà ricadere su EXT2 (l’unico supportato), obsoleto e senza journaling; se invece questa condivisione non vi interessa scegliete EXT4 senza indugi.
1) Avviate col CD di Ubuntu PPC inserito e tenete premuto ALT per forzarne il boot
2) Attendete il caricamento del sistema live e una volta nel desktop cliccate su Install per iniziare l’installazione
3) Scegliete l’installazione manuale
4) Montate la vostra partizione EXT2 o 4 come / e designate  adesso la partizione di swap e la Newworldboot partition
5) Seguite le istruzioni a video e riavviate quando richiesto
6) Ora premendo ALT partirà il menù di scelta
7) Per permettere un triple boot più pratico dovrete editare yaboot.conf ubicato in /etc
8) Aggiungete  le seguenti voci:
delay=5 (Dove 5 è un esempio, sono i secondi di attesa prima che il sistema predefinito parta automaticamente, ovviamente potete impostarlo a vostro piacimento).
enableofboot (Consente l'avvio del prompt openfirmware dal menù yaboot)
enablecdboot (Per consentire l'avvio dei CD dal menù di yaboot)
macos=/dev/hda# (Dove # è il numero della partizione che contiene MorphOS boot.img)
macosx=/dev/hda# (Dove # è il numero della partizione che contiene MacOSX)

Salvate e uscite.
9) Ora MorphOS è elencato come Mac OS, ma vedremo poi come editare il nome nel menù
10) Aprite il terminale e digitate sudo ybin --nonvram -v
11) Riavviate tenendo premuti Command + Option + O + F se avete una tastiera Apple, oppure il tasto Windows + Alt +O + F se utilizzate una tastiera classica, così facendo entrerete nel prompt di Openfirmware in modo da editare la voce Mac OS in MorphOS
12) Digitate printenv per vedere le variabili d’ambiente
13)  Digitate ora setenv boot-command boot hd*,//:tbxi dove * è la newworld boot partition
14) Riavviate MorphOS e montate (Tools – Mounter) la newworld boot partition (in caso non lo sia già)
15) Nella root della partizione cercate ed editate il file ofboot.b in questo modo:
cercate
: boot macos "Booting MacOS..."
e cambiatelo in:
: boot macos "Booting MorphOS..."
poi:
" m for MacOS,"
e cambiatelo in:
" m for MorphOS,"
Salvate e uscite.
16) Avviate la CLI (linea di comando) e digitate
hfssetmacboot :ofboot.b
dove è la solita newworld boot partition.
Ok, ora tutti e tre i sistemi saranno disponibili nel menù di avvio.

Conclusioni

Come avete visto con circa 150€ potreste avere un Mac Mini G4 con questi tre sistemi, ottimo muletto per svago, P2P e quant’altro :)
C’è solo una cosa che stona… la mela morsicata sul Mac Mini :D
se volete dare un tocco personale al PC potete mettere uno sticker personalizzato, come la farfalla di MorhpOS.

Divertitevi :)!

PC con 512 MB di RAM? Exe Linux!

Spremere al massimo l’hardware dei PC è una delle cose più appaganti per uno smanettone, specialmente quelli più datati.
Un amico mi ha dato un PC desktop con un P4 2.93 Ghz e, ahimè, solo 512MB di RAM… la mission era di aggiornare questo muletto senza spendere nulla a livello hardware e così ho fatto.
Visto che era tentato da Linux e sistemi alternativi a Windows ho voluto accontentarlo: ho scaricato Exe Linux.
So bene che ci sono distro ultra minimali anche con GUI (DSL, Puppy, Tiny Core), ma visto che il PC in questione non è un Pentium II ho optato per Exe, d’altronde anche l’occhio vuole la sua parte.
Exe Linux è basata su Debian, pertanto una garanzia in termini di prestazioni e solidità, mentre il DE utilizzato è Trinity Desktop: non è altri che il mitico KDE 3.5.x estremamente rimpianto dal sottoscritto visto che è un DE davvero ben fatto, completo e leggero.
Una volta scaricata l’ISO basta masterizzarla su un CD oppure scriverla su una pen drive, avviare il sistema live da uno di questi (cambiando l’ordine di boot nel BIOS) e far partire l’installazione.
exe linux install
Anche se un pò meno automatizzata rispetto alle ultimissime distribuzioni, questa filerà via in circa 10 minuti, durante i quali potrete prendere un caffè :)
Bene, quando finito rimuovete il supporto d’installazione e riavviate: in circa 30 secondi sarete nel login screen, inserite le credenziali di accesso e vedrete finalmente il desktop.
exe linux
Nello screenshot mi sono semplicemente limitato a cambiare lo sfondo e impostare la dimensione delle icone da 32×32 a 64×64, il resto è già perfetto così.
Il browser predefinito è Iceweasel, un fork di Firefox, pertanto resta compatibile con gran parte delle sue utilissime estensioni.
exe linux low resource
Notate lo screenshot in alto: le risorse occupate in idle sono davvero esigue nonostante l’ammontare di RAM non sia elevato.
Le risorse per operazioni quotidiane come la navigazione web, la gestione delle mail o  la visualizzazione di un film (non HD) sono ampiamente sufficienti e il ricorso allo swap non è così frequente.
exe linux control center
Dal Control Center avrete sott’occhio tutta la gestione del sistema dalle cose più importanti fino a quelle di semplice contorno. Nulla è lasciato al caso, ma chi già conosceva KDE 3.5 sa bene di cosa parlo.
Ok, sperando di avervi stuzzicato a sufficienza chiudo con un video: