mercoledì 16 ottobre 2013

Laptop Mode Tools migliorare l'autonomia del nostro portatile con Ubuntu Linux

Laptop Mode Tools

Una delle particolarità del kernel Linux è la possibilità di avere anche diverse modalità le quali permettono di gestire le performance del sistema come la modalità "Laptop Mode" utilizzata non solo per pc portatili ma anche su pc desktop o server.
Per gestire al meglio e personalizzare la modalità "Laptop Mode" è nato un tool denominato appunto Laptop Mode Tools grazie al quale possiamo aumentare (anche notevolmente) l'autonomia della batteria del nostro portatile.
Laptop Mode Tools ci permette di abilitare automaticamente la modalità laptop quando il computer funziona con le batterie arrivando quindi la possibilità di ridurre la velocità del processore, disco rigido, disattivare il wifi e altre periferiche, diminuire la luminosità dello schermo.

L'autonomia del nostro portatile più aumentare anche di molto se configuriamo correttamente Laptop Mode Tools logicamente per farlo occorre un po di attenzione dato che non avremo alcuna interfaccia grafica ma dovremo editare i file di configurazione del tool.

configurazione di Laptop Mode Tools

Laptop Mode Tools è presente nei repository ufficiali delle principali distribuzioni Linux per installarlo basta digitare da terminale:

Su Ubuntu, Debian e derivate:

sudo apt-get install laptop-mode-tools

Per Arch Linux

sudo pacman -Sy laptop-mode-tools

a questo punto dobbiamo lavorare sul file di configurazione la prima cosa che consiglio di fare è quella di attivare la modalità Laptop Mode solo quando il nostro portatile è alimentato da batteria (se attacchiamo la corrette questa si disattiverà) per farlo avviamo il terminale e digitiamo:

Per Ubuntu

sudo gedit gedit /etc/laptop-mode/laptop-mode.conf

Per le altre distribuzioni o derivate:

sudo nano /etc/laptop-mode/laptop-mode.conf

e nella riga

ENABLE_LAPTOP_MODE_ON_BATTERY=0

impostiamo 1 e diventerà:

ENABLE_LAPTOP_MODE_ON_BATTERY=1

e salviamo e chiudiamo la finestra (se si utilizza nano basta cliccare su Ctrl+x e poi s).
Riavviamo e già dovremo avere un guadagno d'autonomia (nel mio portatile con Arch Linux è aumentata di 40 minuti)
Dal tool di configurazione possiamo attivare anche molte altre funzionalità che permettono di aumentare l'autonomia del nostro portatile ma in questo caso conviene esser un po esperti e sopratutto conoscere al meglio ogni funzionalità che si va ad attivare o configurare. In questo caso consiglio di consultare il faq dal sito ufficiale del tool.
 

xfwm4-titleless - rimuovere la barra del titolo alle finestre massimizzate con XFCE

In questa guida vi presentiamo xfwm4-titleless un tool che aggiunge al window manager xfwm4 la possibilità di rimuovere la barra del titolo alle finestre massimizzate.

xfwm4-titleless, barra del titolo rimossa in Firefox massimizzato
XFCE è un'ambiente desktop amato da moltissimi utenti Linux (e anche da molti lettori lffl) il quale nel corso degli anni ha saputo mantenere le proprie caratteristiche principali senza cambiamenti radicali come accaduto ad esempio in Gnome e KDE.
Particolarità di Xfce è soprattutto la sua leggerezza e la possibilità di personalizzare facilmente l'intero ambiente desktop conforme le nostre preferenze grazie anche ai tanti progetti di terze parti come ad esempio xfwm4-titleless.
xfwm4-titleless è un tool per il window manager xfwm4 il quale va ad introdurre l'opzione che ci consente di rimuovere la barra del titolo alle finestre massimizzate il tutto per fornire un maggior  spazio alle applicazioni in netbook e schermi di dimensioni ridotte.

L'idea di xfwm4-titleless nasce dall'estensione Maximus in Gnome Shell la quale consente di rimuovere la barra del titolo solo alle finestre massimizzate in modo tale da avere più spazio disponibile per l'applicazione.
La funzionalità risulta davvero molto utile soprattutto per schermi di dimensioni ridotte, per ripristinare, chiudere o minimizzare la finestra basta utilizzare il menu contestuale nel collegamento della finestra nel pannello.
Il tool xfwm4-titleless attualmente è un progetto ancora in fase di sviluppo che potrebbe comunque approdare come opzione anche nelle future versioni di XFCE.
xfwm4-titleless lo possiamo installare facilmente in Arch Linux e derivate come ad esempio Manjaro Linux (immagini articolo) attraverso AUR.
Basta digitare da terminale:
yaourt -S xfwm4-titleless
e confermare la compilazione / installazione del pacchetto.

Al termine dell'installazione dovremo riavviare la distribuzione oppure terminare la sessione.
Al riavvio dovremo attivare xfwm4-titleless per farlo andiamo nelle impostazioni di sistema e avviamo il tool: Editor delle Impostazioni e clicchiamo sulla sinistra nella sezione xfwm4 e spuntiamo in titleless_maximize dando un doppio click dovremo notare il valore in True e clicchiamo in Salva.

xfwm4-titleless - attivazione in Xfce in Manjaro Linux

A questo punto ogni volta che andremo a massimizzare una finestra questa sarà senza barra del titolo, per poter ripristinare la finestra, minimizzarla o chiuderla basta utilizzare il menu contestuale (tasto destro del mouse) nel collegamento della finestra sul pannello di XFCE.

Al momento non ho notizie riguardo all'accorpamento di xfwm-titleless a Xubuntu

Home xfwm4-titleless
 

Gimp: installiamo la raccolta di plugin python Ofnuts

In questa guida vedremo come installare i plugin Ofnuts' Gimp Tools in modo tale da aggiungere nuove funzionalità al nostro editor d'immagini open source.

plugin e tool Ofnuts in Gimp su Ubuntu Linux
Gimp è un dei migliori editor d'immagini multi-piattaforma attualmente disponibili, lo troviamo inoltre preinstallato in molte distribuzioni Linux.
Negli ultimi anni gli sviluppatori del progetto GIMP hanno lavorato molto per rendere sempre più completo l'editor d'immagini introducendo moltissime novità compresa anche la nuova modalità a singola finestra.
Di default Gimp dispone di molti filtri e funzionalità che possiamo aggiungere grazie a plugin e script di terze parti. Oggi vi presentiamo il progetto Ofnuts' Gimp Tools una serie di utili plugin per Gimp scritti in python che ci consentono di aggiungere nuove funzionalità all'editor d'immagini open source
Nato da alcuni utenti appassionati di Gimp il progetto Ofnuts' Gimp Tools si basa su una una raccolta di utili plugin in Python che vanno ad aggiungere svariate funzionalità come ad esempio autocrop-linked-layers che ci consente di rimuovere tutti i livelli con un solo click oppure arrange-layers che aggiunge bordi in modo uniforme nelle immagini oppure aggiungendo uno spazio, settings-cleaner un'utility che salva le impostazioni di vari plugin, effetti ecc cosi da poterli riutilizzare al riavvio e molto altro ancora.
In questa pagina troverete l'elenco con i dettagli dei vari plugin Ofnuts.

Installare i plugin Ofnuts in Gimp è molto semplice basta scaricare i plugin preferiti da questa pagina e spostarlo nella cartella .gimp2.8/plug-ins presente nella nostra home (di default nascosta per visualizzarla basta cliccare su Ctrl+h oppure F8 se utilizziamo Dolphin).

Una volta spostati tutti i plugin avviamo il terminale e digitiamo
cd ~/.gimp2.8/plug-ins/
chmod u+x *.py
non ci resta che avviare Gimp e goderci i nuovi plugin Ofnuts.

Home Ofnuts' Gimp Tools
 

WebSharing 2.0 applicazione per trasferire in modo semplice e veloce file da pc ad Android e viceversa

WebSharing è un'applicazione per Android che ci consente di operare e riprodurre i file multimediali direttamente dal nostro browser Linux, Windows o Mac.

WebSharing 2.0
Android è un sistema operativo mobile basato su Kernel Linux che, in teoria, dovrebbe offrire un'ottimo supporto per le principali distribuzioni Linux. Invece non è sempre cosi esempio Kies applicazione per gestire file o aggiornare i device Samsung è disponibile solo per Windows e Mac, stessa cosa per altre applicazioni per altri brand. Per facilitarci il trasferimento di file da un dispositivo Android ad un PC con Linux, Windows e Mac sono disponibili svariate applicazioni come ad esempio AirDroid oppure la nuova WebSharing.
WebSharing è un'applicazione, sviluppata da alcuni developer XDA, che ci consente di trasferire in modo semplice e veloce file da pc ad Android e viceversa il tutto direttamente dal browser web grazie ad un'interfaccia grafica HTML5.

A differenza di AirDroid, il nuovo WebSharing 2.0 ci consente anche di avere un'anteprima dei file multimediali come immagini, musica e video con la possibilità di riprodurli direttamente dal browser. L'interfaccia grafica HTML5 è molto semplice e intuitiva, basta accedere alle varie sezioni per poter operare sui file oppure riprodurli.
La nuova versione 2.0 di WebSharing ci consente di caricare file semplicemente trascinandoli all'interno della cartelle, l'applicazione per Android include una nuova interfaccia grafica in stile Holo UI.

L'applicazione WebSharing è ancora in fase di sviluppo e attualmente richiede l'accesso solo da rete Wireless locale e non da remoto (funzionalità presente ad esempio in AirDroid), ecco alcune immagini riguardanti la nuova versione 2.0 da poco disponibile:








La nuova WebSharing 2.0 è disponibile solo scaricando l'apk da questo link, in alternativa possiamo installare la versione 1.0 stabile direttamente da Google Play Store.

Home WebSharing da XDA Forum
 

TimeShift alternativa per Linux a System Restore di Microsoft Windows e Time Machine di Mac

TimeShift è un'interessante tool che ci consente di ripristinare la nostra distribuzione in un preciso momento il tutto con estrema facilità.

TimeShift in Ubuntu Linux
In Linux troviamo molte applicazione dedicate al backup e ripristino sia di file che dell'intero sistema operativo. Ad esempio in Ubuntu, Fedora ed altre distribuzioni troviamo già preinstallato Déjà Dup utile tool per effettuare il backup e ripristino dei file di sistema, sono disponibili inoltre distribuzioni / applicazioni che ci consentono il backup e ripristino dell'intera distribuzione Linux. Oggi vi vogliamo presentare il progetto TimeShift un'utile applicazione che prende spunto da System Restore di Microsoft Windows e Time Machine di Apple Mac che ci consente di creare snapshot incrementali del file system, ad intervalli regolari in modo tale da poter ripristinare facilmente il nostro sistema operativo in un secondo momento.
TimeShift è un software open source, basato su rsync e hard-links che, grazie ad una semplice interfaccia grafica, ci consente di creare velocemente snapshot incrementali della nostra distribuzione e file / cartelle preferite in maniera tale da poter risparmiare spazio su disco.

Attraverso TimeShift potremo creare anceh complete istantanee del nostro sistema accessibili in un secondo momento dal nostro file manager, vengono salvate di default sul sistema nella cartella /timeshift, è possibile comunque modificare la cartella ad esempio salvando le varie snapshot in un'altro hard disk o partizione. TimeShift ci consente di ripristinare il nostro sistema sia da livecd oppure direttamente dal sistema in esecuzione, l'applicazione richiede però il riavvio per poter completare il processo di ripristino.

Altra importante caratteristica inclusa in TimeShift è la funzione Cross-Distribution Restore che ci consente di ripristinare un'intera distribuzione (compreso bootloader).
Ad esempio se utilizziamo Ubuntu e vogliamo testare Linux Mint o Fedora, possiamo creare un'istantanea dell'intera distribuzione e salvarla in un hard disk esterno. Successivamente potremo rimuovere Ubuntu e installare ad esempio Linux Mint o Fedora, se dopo alcune settimane vogliamo ripristinare Ubuntu basta avviare una livecd installare TimeShift e ripristinare Ubuntu, l'applicazione rimuoverà la distribuzione attuale e ripristinerà Ubuntu compreso anche il bootloader.

TimeShift in Ubuntu Linux - preferenze

Per installare TimeShift in Ubuntu Linux e derivate basta digitare:
sudo apt-add-repository -y ppa:teejee2008/ppa
sudo apt-get update
sudo apt-get install timeshift
Home TimeShift 
 

Rendere più veloce il boot di Ubuntu e derivate grazie a Readahead

In questa guida vedremo come velocizzare il boot di Ubuntu e Debian Linux attivando Readahead in modo tale da pre-caricare più file durante l'avvio del nostro sistema operativo.

Rendere più veloce il boot di Ubuntu e derivate grazie a Readahead
Di recente abbiamo parlato di Readahead un'utile strumento che ci consente di effettuare il prefetch dei file nella memoria del nostro sistema operativo prima ancora che questi siano richiesti. Questo ci consente quindi di velocizzare l'avvio della nostra distribuzione, esempio in Ubuntu 13.04 su un nettop con Intel Atom 330 impiegavo 32 secondi, ora attivando Readahead il boot è di circa 22/23 secondi. Dopo aver visto come attivare Readahead in Arch Linux, in questa guida vedremo come attivare questa funzionalità anche in Ubuntu, Debian e derivate grazie al pacchetto denominato readahead-fedora.

Readahead Fedora (readahead-fedora) è uno script sviluppato dal team Fedora che va ad implementare readahead nel nostro sistema operativo pre-caricando file durante il boot.
Il pacchetto readahead-fedora è disponibile nei repository ufficiali di Ubuntu e Debian per installarlo basta digitare:
sudo apt-get install readahead-fedora
una volta installato dovremo attivare readahead direttamente dal bootloader GRUB per farlo basta digitare:
sudo nano /etc/default/grub
ed inserire
init=/sbin/readahead-collector
alla riga GRUB_CMDLINE_LINUX_DEFAULT come da immagine sotto lasciando quindi successivamente il comando quiet splash.

Ubuntu - Readahead attivazione da grub

Salviamo cliccando su Ctrl+x e poi s ed aggiorniamo il grub digitando sempre da terminale:
sudo update-grub 
a questo punto riavviamo.

Per poter riscontrare dei miglioramenti nei tempo d'avvio dovremo riavviare 2/3 volte la nostra distribuzione.
Se notiamo dei rallentamenti o nessun miglioramento dovremo operare sul file di configurazione di Readahead digitando:
sudo nano /etc/readahead.conf
e modifichiamo RAC_MAXTIME="300" in RAC_MAXTIME="100" e salviamo cliccando su Ctrl+x e poi s.
Ubuntu - Readahead configurazione

Se tutto è corretto dovremo notare dei miglioramenti nei tempi d'avvio della nostra distribuzione che ricordo possono variare a seconda della versione del kernel e al tipo di disco rigido presente nel nostro sistema.

Per installare / avviare Readahead in Arch Linux e derivate basta consultare questa guida.
 

Apt-Fast disponibile nella versione 1.8.2 anche per Ubuntu 13.10 Saucy

Di recente è approdata la nuova versione 1.8.2 di Apt-Fast la quale, oltre ad introdurre alcune correzioni, include anche il supporto per Ubuntu 13.10 Saucy e derivate.

Apt-Fast in Ubuntu Linux
Può capitare che quando andiamo ad aggiornare la nostra distribuzione oppure ad installare nuovi pacchetti di trovare il download a 50 Kb/s rendendo molto lento il processo l'installazione o update. Questo è dovuto ai mirror che in caso di traffico elevato (esempio la sera o alla domenica) rallentano la velocità di download in modo tale da garantire il servizio a tutti gli utenti. Per evitare questo problema possiamo utilizzare il tool Apt-Fast che ci consente di scaricare più pacchetti contemporaneamente utilizzando anche connessioni multiple.
Attraverso Apt-Fast potremo quindi scaricare velocemente i pacchetti da più mirror in modo tale da velocizzare il processo d'installazione e aggiornamento nella nostra distribuzione.

I developer Apt-Fast hanno rilasciato nello scorso agosto la nuova versione 1.8.2 la quale include nuove opzioni, una maggiore stabilità ed il supporto per il nuovo Ubuntu 13.10 Saucy e derivate. Dal tool di configurazione potremo anche decidere se utilizzare apt-get o apitude, inoltre troviamo il supporto per aria2c o un'altro download manager presente nella nostra distribuzione (volendo possiamo utilizzare anche Axel come ad esempio in Arch Linux e derivate), dal tool di configurazione potremo anche gestire i vari mirror, la cache dei pacchetti e molto altro ancora.

Apt-Fast configurazione

Installare Apt-Fast 1.8.x in Ubuntu e derivate (compreso Linux Mint ed elementary OS) è molto semplice basta digitare da terminale:
sudo add-apt-repository ppa:apt-fast/stable
sudo apt-get update
sudo apt-get install apt-fast
durante l'installazione dovremo indicare quale download manager utilizzare (consiglio aria2).
E' possibile riconfigurare Apt-Fast in qualsiasi momento digitando:
sudo dpkg-reconfigure apt-fast
utilizzare Apt-Fast è molto semplice da terminale basta sostituire il comando apt-get con apt-fast esempio per installare un pacchetto basta digitare:
sudo apt-fast install nomepacchetto
esempio per installare vlc basta digitare:
sudo apt-fast install vlc
Per aggiornare la nostra distribuzione basta digitare:
sudo apt-fast upgrade
Possiamo inoltre personalizzare i comandi attraverso Alias per maggiori informazioni basta consultare questa nostra precedente guida.
Home Apt-Fast

Chromium OS: disponibili le immagini Daily Build

In questo articolo vedremo come scaricare le Daily Build di Chromium OS per X86, X64 o ARM e installare il sistema operativo open di Google sia su normale pc oppure su Virtualbox.

Chromium OS - Daily Build
ChomeOS è un sistema operativo proprietario di Google che troviamo preinstallato nuovi nuovi pc Chromebook. L'idea di Google è quella di fornire all'utente un sistema operativo stabile, leggero e sicuro interamente basato sul browser Chrome versione rivisitata con integrate alcune opzioni e un'ottimo window manager che oltre a gestire le finestre include anche trasparenze, effetti ecc.
Come per il browser Chrome anche Chrome OS viene sviluppato attraverso un progetto open source denominato Chromium OS nel quale troviamo le stesse funzionalità della versione proprietaria tranne la mancanza dei codec, flash plugin e il reader di pdf. Nei mesi scorsi abbiamo presentato diverse guide dedicate a Chromium OS e come installarlo in modalità persistente su pendrive oppure installarlo come una normale distribuzione Linux, abbiamo visto come installare Flash Player, Java, Codec e il lettore di PDF e i driver Broadcom. Tutto questo era possibile grazie alle immagini fornite da hexxeh nel portale dedicato. Purtroppo le immagini non vengono aggiornate dallo scorso aprile 2013, per fortuna un team di sviluppatori ha deciso di portare avanti il progetto rilasciando la versione in fase di sviluppo o Daily Build di Chromium OS.

Grazie al progetto Chromium OS Builds potremo quindi installare Chromium OS sia in modalità persistente sulla nostra pendrive oppure sul nostro pc con la possibilità di poter testare il sistema operativo di Google anche da Virtualbox rilasciando macchina virtuale vdi dedicata.
Da notare inoltre che le immagini daily build di Chromium OS vengono rilasciate ottimizzate sia nella versione 32 Bit che 64 bit ed inoltre troviamo anche la versione ARM che ci consente di testare il sistema operativo di Google anche su tablet, single board ecc.

Chromium OS Builds

Per scaricare le immagini Daily Build di Chromium OS per pc (img), ARM o Virtualbox (vdi) basta collegarci in questa pagina nella quale troveremo la versione aggiornata in data odierna (daily) oppure la versione aggiornata settimanalmente (weekly). Il processo d'installazione rimane lo stesso delle immagini fornite da hexxeh potete quindi seguire le guide realizzate da lffl per pote installare / testare Chromium OS nel vostro pc.

Home Chromium OS Builds
 

Installare il tema di Photoshop CS6 in Gimp su Linux

In questa guida vedremo come installare nella nostra distribuzione Linux il nuovo tema per Gimp dedicato ad Adobe Photoshop CS6 con tanto di splash dedicato.

tema Photoshop CS6 in Gimp in Ubuntu Linux
Gimp è uno dei migliori editor d'immagini open source disponibili per Linux, molto apprezzato ed utilizzato anche dagli utenti Microsoft Windows e Mac.
Con Gimp avremo un completo editor d'immagini con funzionalità presenti in Adobe Photoshop il famoso software proprietario di fotoritocco. Grazie ai plugin di terze parti potremo aggiungere molte nuove funzionalità al nostro Gimp, volendo possiamo anche cambiare il look grazie a temi dedicati come il nuovo tema dedicato ad Photoshop CS6. Il nuovo tema Adobe Photoshop CS6 porterà al nostro editor d'immagini open source un look molto simile al software proprietario di Adobe con tanto di Splash Screen dedicato.

Gimp GTK2 Photoshop CS6 Theme è un completo tema per Gimp che include anche le icone, Splash Screen, modifiche delle preferenze e toolbar. Il progetto è davvero realizzato molto bene e soprattutto offre un'ottima integrazione con le principali distribuzioni Linux.

L'installazione è molto semplice basta scaricare il tema da questo link, una volta estratto il file copiamo la cartella Gimp-CS6-Theme nella directory ~/.gimp-2.8/themes/ presente nella nostra home (di default nascosta per visualizzarla basta cliccare su Ctrl+h oppure F8 se utilizziamo Dolphin).
Consiglio inoltre di copiare anche il file gimprc e toolrc presenti nella cartella Settings etc in ~/.gimp-2.8/.
Fatto questo basta avviare Gimp ed ecco il nuovo tema di Photoshop CS6.

nuovo Splash Gimp

Se vogliamo inserire la Splash Screen basta semplicemente spostare l'immagine gimp-splash-CS6.png nella home e digitare:
sudo cp /usr/share/gimp/2.0/images/gimp-splash.png /usr/share/gimp/2.0/images/gimp-splash.png.bak
sudo cp gimp-splash-CS6.png /usr/share/gimp/2.0/images/gimp-splash.png
avviamo Gimp ed ecco il nuovo Splash Screen.

Per ripristinare il tema di default basta andare in in Modifica -> Preferenze e dalla sezione Tema di default.
Per ripristinare la Splash Screen di default in Gimp basta digitare:
sudo cp /usr/share/gimp/2.0/images/gimp-splash.png.bak /usr/share/gimp/2.0/images/gimp-splash.png
 
 

Come installare la raccolta di temi di Shimmer Project in XFCE, LXDE, Mate, Gnome ecc

In questa guida vedremo come installare la raccolta di temi sviluppati dal team i Shimmer Project nelle più diffuse distribuzioni e ambienti desktop Linux.

 temi di Shimmer Project in Arch Linux XFCE
The Shimmer Project è un team di designer diventato famoso in questi anni per sviluppare i temi che troviamo in default in Xubuntu Linux. I temi sviluppati dal team Shimmer Project sono molto apprezzati non solo dagli utenti Xubuntu ma anche dall'intera comunità Linux visto la qualità proposta fornendo un tema moderno, semplice ma ben integrato nell'ambiente desktop XFCE. In Xubuntu i temi sviluppati dal team The Shimmer Project sono: Albatross di default dalla versione 9,04 fino alla 10.04, Bluebird di default nella versione 10.10 e l'attuale Greybird (disponibile nella variate compact) di default dalla 11.04 fino all'attuale versione 13.10 Saucy. Proprio in Xubuntu 13.10 Saucy, gli sviluppatori hanno deciso di integrare nei repository il pacchetto shimmer-themes che comprende sia i temi Shimmer che i famosi temi Numix (da poco disponibile nella versione 2,0) e Orion.

I temi inclusi nel pacchetto shimmer-themes sono: Albatross, Bluebird, Greybird, Greybird-compact, Numix e Orion e includono il supporto non solo per XFCE ma anche per gli altri ambienti desktop Linux.
Potremo quindi installare anche in Ubuntu oppure derivate o in altre distribuzioni (nell'immagine in alto ho installato i temi in Arch Linux XFCE) con ambiente deskto LXDE, Mate, XFCE, Cinnamon, Gnome Shell e Unity,
Per installare la raccolta di temi Shimmer Project in Ubuntu 13.10 Saucy e derivate basta digitare:
sudo apt-get install shimmer-themes
 per le versioni precedenti di Ubuntu, Debian e derivate o altre distribuzioni Linux basta scaricare questo file estrarlo e copiare tutte le cartelle nella directory .themes presente nella nostra Home (di default è nascosta per visualizzarla basta cliccare su Ctrl+H se non c'è la cartella basta crearla).

tema Orion

Una volta copiati i temi basta avviare il tool di personalizzazione presente nelle impostazioni di sistema oppure GnomeTweak Tool, Ubuntu Tweak ecc e selezioniamo il nuovo tema,

Home Shimmer Project
Home Numix Theme
Home Orion Theme 


FONTE

Come installare Ubuntu o una derivata in modalità OEM

In questa guida vederemo come installare Ubuntu o una derivata in modalità OEM dedicata ad assemblatori o ad utenti che installano la distribuzione per amici, colleghi ecc.

Ubuntu installazione modalità OEM
L'installer di Ubuntu ci consente con facilità di installare la distribuzione su un pc o testarla in modalità live con molta facilità. Anche un'utente inesperto più facilmente installare Ubuntu o una derivata sul proprio pc anche in dual boot con Microsoft Windows, per farlo basta seguire pochi e semplici passi ed in pochi minuti avremo installato Linux nel nostro personal computer.
L'installer di Ubuntu Linux include anche diverse funzionalità e opzioni varie tra queste anche la modalità OEM. La modalità OEM  è una particolare installazione dedicata principalmente ai produttori di personal computer, assemblatori ecc oppure agli utenti che installano Linux ad amici, colleghi ecc. Attraverso la modalità OEM potremo installare Ubuntu con anche alcune personalizzazioni varie come installazione di codec, applicazioni, personalizzazioni ecc. Al primo avvio da parte del nuovo utente avremo un wizard di configurazione che consentirà di creare un nuovo username, al termine l'utente avrà Ubuntu o derivata con le nostre personalizzazioni già pronto all'utilizzo.

Prima di iniziare ricordo che la guida è valida sia per Ubuntu e derivate ufficiali come Kubuntu, Lubuntu, Xubuntu, Ubuntu GNOME anche se non testata dovrebbe funzionare anche in Linux Mint ed elementary OS 0.2 Luna. Installare Ubuntu in modalità OEM è molto semplice all'avvio del boot da dvd o pendrive basta cliccare sul tasto canc per visualizzare la schermata con le varie opzioni d'installazione, scegliamo la lingua italiana e successivamente clicchiamo su F4 e scegliamo la modalità "Intallazione OEM (per assemblatori)" e avviamo l'installazione di Ubuntu.
Ubuntu avvio installazione modalità OEM

All'avvio del wizard d'installazione noteremo che nella barra del titolo la dicitura "Installa (modalità OEM, solo per assemblatori) noteremo inoltre l'opzione per inserire il nome del sistema che andremo ad installare (che verrà indicato nel boot in caso di dual boot con microsoft windows) esempio possiamo dare il nome ubuntu-lffl oppure il nome dell'azienda produttrice di pc ecc.

Ubuntu - creazione user OEM temporaneo

Il resto dell'installazione rimane identico all'installazione di defaut dovremo quindi impostare lingua tastiera, gestire le partizioni fino che arriviamo alla schermata della creazione nuovo user nella quale andremo a creare un username temporaneo che ci consentirà di personalizzare Ubuntu o la derivata.
Basta semplicemente inserire la password e confermarla e procedere con l'installazione.

Ubuntu - creazione user OEM temporaneo

Una volta terminata l'installazione, la distribuzione si avvierà senza la richiesta di password, con l'utente temporaneo creato in precedenza potremo aggiornare la distribuzione, completare l'installazione della lingua italiana, installare codec audio e video, installare eventuali driver proprietari, applicazioni, giochi ecc.
Potremo inoltre modificare anche lo sfondo, tema, ecc una volta terminato il tutto dovremo accedere al menu e cliccare sul tool "Prepare for shipping to end user" e conferiamo il tutto.

Il tool "Prepare for shipping to end user" rimuoverà il nostro user temporaneo e spegnerà il pc. Non ci resta che consegnare il personal computer al client o amico / collega, al primo avvio partirà un wizard dal quale potrà creare un nuovo username, terminata l'utente avrà la distribuzione completa di tutte le nostre personalizzazioni.
L'installazione in modalità OEM è davvero molto semplice da utilizzare e soprattutto fornisce un tocco di professionalità al nostro lavoro.
 

venerdì 20 settembre 2013

Ubuntu: come bypassare i vari limiti delle reti wireless free

Sempre più utilizzate le reti wireless free ci permettono di navigare gratuitamente in alcuni luoghi come bar, parchi, aeroporti, treni ecc il tutto però con alcune limitazioni.
L'utilizzo di queste connessioni free è attraverso una chiave d'accesso che ci viene fornita in vari modi di soluto collegandoci via web all'operatore del servizio che ci fornirà user e pass per accedere alla connessione wireless.
Molto spesso in queste connessioni wireless sono limitate a tempo o a traffico dati ossia possiamo ad esempio navigare solo per un'intera giornata o alcune ore oppure per un tot di mb di traffico.
In questa guida vedremo come possiamo bypassare i vari limiti delle reti wireless attraverso il tool macchanger con il quale potremo modificare il macaddress della nostra connessione.



Per prima cosa installiamo macchanger per farlo basta digitare:

sudo apt-get install macchanger -y

sempre da terminale controlliamo la device della nostra scheda wireless digitando:

iwconfig

di solito la scheda wireless viene rilevata come wlan0, wlan1 ecc mentre se usiamo una connessione via lan sarà eth0 eth1
una volta rilevata disattiviamo la nostra scheda wifi (esempio wlan0) digitando

sudo ifconfig wlan0 down

e avviamola con macchanger digitando

sudo macchanger -r wlan0

effettuiamo la connessione via wireless free o altra connessione limitata una volta terminato il traffico dati disponibile o ore d'utilizzo basta ridare

sudo macchanger -r wlan0

e riavviare la connessione wifi

per ripristinare come da default basta digitare:

sudo ifconfig wlan0 up

logicamente consiglio di utilizzare questo trucchetto solo in casi d'urgenza o altri non utilizziamolo per scaricare o altro il servizio è gratuito per tutti quindi non esageriamo.

martedì 23 luglio 2013

Come installare il plugin flash player in Midori

Immagine

Midori è un browser minimale per Linux e Windows basato su WebKit, la cui prima versione è stata rilasciata il 16 dicembre 2007. Utilizza per l'interfaccia le librerie del toolkit GTK+ versione 2 o 3 a seconda delle implementazioni.


Ecco adesso come, installare il plugin flash player in Midori.

Come prima cosa, Avviare il Terminale e poi scrivete questi comandi:

Codice: Seleziona tutto
sudo apt-get install gnash
sudo apt-get install browser-plugin-gnash
In alternativa vi consigliamo di utilizzare Chromium, che vi permette di utilizzare flash senza dover installare nessun plugin extra..

Quindi sempre da terminale, date il seguente comando:
Codice: Seleziona tutto
sudo apt-get install chromium


NOTE: CHE COS'È GNASH??
Gnash è un lettore multimediale sviluppato e mantenuto dal progetto GNU per la creazione di un riproduttore di file in formato Shockwave Flash. È utilizzabile anche come plugin per browser web. Si tratta di software libero rilasciato sotto licenza GPL.

Questo programma è al primo posto, tra i cosiddetti progetti ad alta priorità secondo la Free Software Foundation, progetti che la FSF chiede di supportare in quanto importanti per incrementare l'adozione e l'utilizzo del software libero.

Tuttavia farei osservare che quanto sopra esposto è valido per gnash, unica alternativa open source al plugin flash di Adobe, Midori pare infatti (uno dei pochissimi?) browser non supportato dal plugin della Adobe :grr: ad ogni modo per chi volesse installare il secondo ecco come fare:

1) Anzitutto scaricate il plugin in formato sorgente da questa pagina: http://get.adobe.com/it/flashplayer/

Esso conterrà un file ed una directory:
Codice: Seleziona tutto
libflashplayer.so
/usr
2) estraete il file libflashplayer.so nella sottocartella /plugin del browser, che nel caso di midori è:

Codice: Seleziona tutto
/usr/lib/midori/plugins
3) copiate il contenuto della directory /usr nella cartella omonima del filesystem root (sarebbe a dire / )

posizionatevi ove abete scompattato il plugin e date da terminale:

Codice: Seleziona tutto
sudo cp -r usr/* /usr
E dovreste essere a posto. Qunato detto mi pare valga per tutte le installazion i"manuali" del plugin, cambiando solo la cartella specifica del browser interessato.

FONTE

Come aggiungere il supporto a Flash ad Android Jelly Bean (2)

Aggiungere Flash al Google Nexus 7, Google Nexus 10 e ai dispositive con Android Jelly Bean

Passaggio 1. È necessario scaricare qualche software gratuito per abilitare Flash sui tablet con Jelly Bean, tra cui Flash Player stesso. Tuttavia, poiché questo non è supportato sul per quei tablet, è necessario cercarlo altrove rispetto all’archivio di app ufficiale, Google Play. In ogni caso, basta cercare on line per ‘apk android flash player’ o recarsi su questo thread del forum di XDA Developers, nel quale l’utente stempox ha fornito un link per il download diretto.

Flash_Jelly_Bean_1_thumb

Passaggio 2. Prima di installare Flash Player, è necessario impostare Android affinché permetta l’installazione di software da fonti sconosciute (ricordarsi di disabilitare questa opzione, dopo l’installazione). Aprire il menu Impostazioni, quindi scorrere verso il basso e selezionare Sicurezza. Contrassegnare la casella accanto a ‘Sorgenti sconosciute. Consenti l’installazione delle applicazioni non provenienti da Market.

Flash_Jelly_Bean_2_thumb

Passaggio 3. Ora, trovare il file di Flash Player appena scaricato e selezionarlo per avviare l’installazione. Se la notifica di download è scomparsa, è necessaria un’app di browser file come la grauita Android File Manager per trovarlo (questo sarà visibile nella cartella Download di Android).

Flash_Jelly_Bean_3_thumb

Passaggio 4. Successivamente, è necessario un browser in grado di supportare il plug-in di Flash Player, come ad esempio Mozilla Firefox. Scaricare Firefox da Google Play, quindi avviare il browser. Toccare le tre lineette orizzontali nella parte superiore destra della finestra del browser e scegliere Impostazioni. Quindi, sotto Contenuti scegliere Plugin. Consigliamo di selezionare l’opzione ‘Attivati’ piuttosto che ‘Tocca per avviare‘ per una perfetta esperienza di Flash.

Flash_Jelly_Bean_4_thumb

Passaggio 5. A questo punto, è possibile interagire con i contenuti in Flash su qualsiasi sito all’interno del browser Firefox sul proprio tablet. Si potrebbe notare, tuttavia, che alcuni siti Web riconoscono che si sta utilizzando un browser mobile su di un dispositivo con Jelly Bean e nascondono il contenuto Flash. E con ITV Player, ad esempio, viene soltanto offerta la riproduzione in modalità portrait.
Phony è un add-on Firefox gratuito che induce i siti web a pensare che si sta utilizzando un browser desktop. Si può accedere ai componenti aggiuntivi di Firefox dalla sua schermata Home, o scegliere Componenti aggiuntivi dal menu in alto a destra e toccare l’iconcina a forma di sacchetto della spesa. Dopo aver installato Phony, toccare l’icona del menu in alto a destra e scegliere Phony, quindi selezionare Desktop Firefox come User Agent e poi Ok.









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Installare Adobe Flash Player su Android 4.1 Jelly Bean (1)

Come annunciato direttamente da Adobe, Android non supporterà più Flash Player alla versione più recente del sistema operativo.
Non è ufficialmente supportato, ma questo non significa che Flash Player non può essere installato sul nostro dispositivo con Android Jelly Bean 4.1.



Qui, infatti, una piccola guida da seguire per installare Adobe Flash Player.

1) Scaricare la versione del file flash_player 11.1.102.59.apk: http://dh.st/o1I

Scaricare il file. Apk di Flash Player versione 11,1-111.115.012: http://dh.st/wPd
(26/08) Scarica la versione 11.1.115.17 flash_player del file: http://dh.st/7Ds
(09/10/2012) Scarica la versione 11.1.115.20 flash_player del file: http://dh.st/JXC
(NUOVO 11/07/2013) Scaricare la versione del file flash_player 11.1.115.69: http://dh.st/QgT

ATTENZIONE: Si consiglia agli utenti che il flash player non funziona con Chrome!


Dolphin Browser HD 8.5.1 APK (Supporto Flash): http://dh.st/3ZS
[GUIDA] Jellybean, Flash e Dolphin Browser con pinch zoom di lavoro: http://forum.xda-developers.com/show....php?t=1846225

Dolphin_Engine_Beta.apk: http://dh.st/8tq
Dolphin-Browser 3.01.apk: http://dh.st/FsH
Ultima versione di Dolphin Browser: Dolphin Browser


2) Copiare i file sulla scheda SD del vostro dispositivo Android. (Sia esso tablet o smartphone, non fa differenza)
3) Installare utilizzando qualsiasi file manager.
4) Avviare il Browser
5) Andate nelle impostazioni del browser e deselezionare l'opzione di Flash Player (su richiesta o sempre a vostra discrezione)
6) Alla fine di avere l'ultima versione di Flash anche per Android!

NB Adobe Flash Player non è ufficialmente supportato e quindi la velocità di caricamento di oggetti Flash nelle pagine HTML non è garantita ai massimi livelli. Tuttavia, come testato, Flash Player si comporta bene con risultati soddisfacenti.



Video su come installare flash player su qualsiasi dispositivo Jelly Bean, gentilmente fornito da RC qbking77

http://www.youtube.com/watch?v=4xA2erlhALA



FONTE

Prodotti XnSoft per Linux rivolti alla grafica

XnViewMP, XnRetrò, XnConvert, XnSketch, sono i nomi più invitanti che si trovano sul sito.



Sono quasi tutti multipiattaforma ed anche per il mobile, per cui basta cercare quello che più aggrada.

AirDrop su Linux? Si può!

Ogni sistema operativo ha i suoi pregi e difetti, così come delle caratteristiche uniche che lo rendono diverso (in termini di funzionalità) dai suoi concorrenti. Se si prende in esame OS X, una di queste è AirDrop, la funzionalità che permette di trasferire file tra due Mac in maniera semplice è veloce. Il trasferimento avviene anche se le due macchine non sono connesse alla stessa LAN o Wi-Fi. Com’è possibile? Semplicemente viene creata una rete ad-hoc che mette in comunicazione i due Mac.
E, proprio come avviene spesso nel mondo Apple, l’utente ha ben poco da configurare. Tale tecnologia, però, è compatibile solo su piattaforma OS X: non è dunque possibile trasferire file da un Mac ad un PC equipaggiato con Linux o Windows.
Ma possibile che non esista nulla di analogo per il sistema operativo del pinguino? Molti potrebbero pensare di utilizzare servizi del calibro di Ubuntu One o Dropbox, ma non è esattamente la stessa cosa. In questo caso, infatti, i dati trasferiti passerebbero prima dal Web, a differenza di AirDrop.
Girovagando sul Web, ci si può imbattere in Giver, un’applicazione presente su Sourceforge che però ha uno sviluppo fermo al lontano 2007. Qualora volessimo provarla sulle più recenti release di Ubuntu, potremmo dover fare i conti con delle librerie mancanti e, pur risolvendo il problema, non è mai consigliabile aver a che fare con software non aggiornato.
Una valida alternativa a Giver è invece Duktu. Il suo sito Web ufficiale recita:
Se non si conosce Dukto, vi posso dire che si tratta di un semplice strumento di trasferimento di file progettato per l’utilizzo senza fili. Io lo uso nel mio lavoro di tutti i giorni per trasferire file da un PC ad un altro senza preoccuparmi di utenti, permessi, sistemi operativi, protocolli, client, server e così via. Bara avviare Duktu sui due PC e trasferire file e cartelle trascinandoli sulla finestra del software. Questo è tutto.
Semplice e funzionale. Se vogliamo subito metterlo alla prova sulla nostra distro preferita, raggiungiamo questa pagina dove troveremo i pacchetti per Ubuntu e Fedora.

dukto

Fonte: Projectz

FONTE 

Come testare se il proprio ISP sta limitando la connessione a Internet

Abbiamo tutti sentito le voci e avuto occasionalmente la prova: alcuni provider di servizi Internet rallentano o limitano alcuni tipi di traffico, come il traffico BitTorrent. Altri ISP intervengono sulle connessioni dei loro clienti se essi scaricano troppi dati in un mese.
Ma il vostro ISP fa tutto questo? Qui ci sono alcuni semplici modi in cui è possibile verificare se il vostro ISP sta eseguendo qualsiasi tipo di “traffic shaping” o “bandwidth throttling” sulla vostra connessione, limitandone in effetti l’utilizzo.


Traffic Shaping

Il progetto Glasnost fornisce dei test basati sul web che possono identificare se diversi tipi di traffico sono limitati (ovvero rallentati) dal service provider. Ad esempio, si può eseguire il test per BitTorrent e Glasnost metterà alla prova se l’ ISP sta rallentando i trasferimenti tramite BitTorrent. Glasnost può anche eseguire test per rilevare se i video in Flash, eMule, Gnutella, Email, HTTP, SSH o Usenet sono arginati o bloccati dal prporio ISP. Ogni test dura circa otto minuti.
Glasnost misura la performance di diversi tipi di traffico tra il computer e i server. Se le velocità sono simili, probabilmente non sta accadendo alcun tipo di “traffic shaping”. Se le velocità sono diverse, per esempio, se il traffico BitTorrent è molto più lento allora è probabile che si stia verificando l’intervento dell’ISP.

glastnost-results

Purtroppo, i test Glasnost richiedono di avere il plug-in Java installato. Se si desidera eseguire questi test, si consiglia di disinstallare Java o almeno disattivare il plug-in Java subito dopo, poiché recentemente è stato una grave fonte di problemi di sicurezza. Si dovrebbe anche stare all’erta per la terribile Ask Toolbar e assicurarsi di non installarla durante l’installazione di Java. Normalmente non sarebbe consigliabile utilizzare siti web che richiedono Java, ma i test Glasnost sono i test più ampiamente consigliati che è possibile utilizzare.
Come con altri test simili, consigliamo di eseguire i test del progetto Glasnost mentre non è in corso alcun download di grandi dimensioni dalla rete.

FONTE

lunedì 22 luglio 2013

Xfce Theme Manager personalizzare XFCE non è mai stato cosi facile

Di recente abbiamo segnalato XAME utile applicazione per personalizzare il menu di XFCE. Per l'utente che ama invece personalizzare il tema, set d'icone, sfondo ecc di XFCE arriva il nuovo tool Xfce Theme Manager.
 
Xfce Theme Manager
Xfce Theme Manager è una nuova applicazione specifica per facilitare la personalizzazione in Xfce / Xubuntu Linux. Il progetto Xfce Theme Manager punta a fornire un'utile interfaccia grafica con la quale è possibile personalizzare XFCE scegliendo le varie miniature di temi, icone, sfondi ecc oltre ad fornire diverse opzioni avanzate.
Attraverso Xfce Theme Manager possiamo cambiare tema (compreso tema finestra e i suoi pulsanti), set d'icone, tema del cursore e sfondo dalle preferenze avanzate è possibile operare in alcune regolazioni come la luminosità e saturazione dello sfondo, layout dei pulsanti della finestra, la posizione del titolo della finestra, i font e la dimensione del cursore. Xfce Theme Manager ci permette inoltre d'installare nuovi temi per XFCE semplicemente trascinandoli all'interno dell'applicazione possiamo inoltre è possibile personalizzare le anteprime oppure ripristinare il tema di default.

Xfce Theme Manager si basa su XFCE 4.10, se abbiamo Xubuntu 12.04 Precise dovremo quindi aggiornare l'ambiente desktop alla nuova versione 4.10 seguendo questa guida.
Per installare Xfce Theme Manager su Xubuntu basta digitare da terminale:
sudo add-apt-repository ppa:rebuntu16/other-stuff 
sudo apt-get update
sudo apt-get install xfce-theme-manager
e confermiamo.

Ringrazio webupd8 fonte dell'articolo e dell'immagine

Home XFCE Theme Manager

FONTE

Ubuntu - personalizziamo le ombre dalle finestre

Ubuntu utilizza di default Compiz software il quale permette di gestire al meglio gli effetti e le finestre oltre a integrare anche Unity (che difatti è un suo plugin).
Particolarità che ha reso famoso Compiz è la sua personalizzazione, difatti possiamo personalizzare completamente sia gli effetti che la gestione delle finestre nel nostro ambiente desktop (anche da riga di comando).
Oggi vedremo come è semplice personalizzare le ombre delle finestre dando cosi un nuovo look ad alcuni dettagli del nostro ambiente desktop Unity.
L'operazione non mette a rischio la stabilità del sistema e sopratutto è molto semplice come procedura e ci permette anche di ripristinare come da default in secondo momento.
La nuova versione di Compiz permette di personalizzare le ombre sia delle finestre attive che inattive permettendo di diversificarne l'opacità, colore dell'ombra, raggio ecc.
Per effettuare questa operazione dobbiamo installare il Gestore delle Configurazioni di Compiz chiamato semplicemente CCSM per farlo basta digitare da terminale:

sudo apt-get install compizconfig-settings-manager

e confermiamo.
Una volta installato avviamo CCSM dal Dash una volta avviato andiamo su Decorazioni Finestra.

CCSM - Decorazioni Finestra

Da Decorazioni Finestra avremo la possibilità di impostare le finestre attive (Active Shadow) o inattive (Inactive Shadow) potremo modificare il colore dell'ombreggiatura, il suo raggio, l'opacità e l'offset X e Y. Le modifiche sono attive direttamente quindi potremo consultare la nostra operazione direttamente con la finestra del gestore delle configurazione di Compiz.
Una volta personalizzate le nostre ombre delle finestre basta chiudere la finestra, per ripristinare come da default invece basta riavviare Decorazioni Finestra e cliccare sul tasto X affianco ad ogni valore modificato.
 

SpotCommander un'interfaccia web open source per Spotify su Linux e Android

Da alcuni mesi è disponibile anche in Italia il nuovo Spotify servizio web dedicato alla ricerca, riproduzione e gestione di brano musicali da un database supportato anche da alcune case discografiche ed etichette indipendenti, come ad esempio Sony, EMI, Warner Music Group e Universal. Con oltre 15 milioni di utenti in tutto il mondo Spotify si candida come uno dei migliori portali web dedicati alla musica in streaming e grazie ad esso sono approdati anche diversi progetto open dedicati come il nuovo SpotCommander .
 
SpotCommander su Ubuntu Linux
Per accedere a Spotify in Linux è disponibile il client ufficiale oppure possiamo installare e utilizzare applicazioni dedicate come ad esempio Nuvola Player oppure possiamo accedere anche direttamente da browser web al link play.spotify.com. Per migliorare l'accesso e utilizzo di Spotify in Linux e Android è nato SpotCommander un applicazione web open source per browser pc e dispositivi mobili con un'interfaccia grafica rivisitata in grafo da fornire una più facile ed intuitiva gestione di Spotify. SpotCommander dispone di un'interfaccia web scritta in HTML5 e PHP dalla quale possiamo effettuare ricerche mirate, gestire e riprodurre playlisy, radio, consultare i testi dei brani in ascolto e molto altro ancora.
E' possibile accedere sia da browser pc che mobile oppure se abbiamo Android possiamo utilizzare l'applicazione dedicata. Prima di andare avanti con la guida vi ricordo che per poter utilizzare SpotCommander occorre avere un'account Unlimited o Premium e non Free, Spotify permette a qualsiasi utente di testare il servizio premium per trenta giorni cosi da poter testare anche SpotCommander.
Per installare SpotCommander su Ubuntu, Debian e derivate per prima cosa dobbiamo installare Apache e Php5 per farlo basta digitare:
sudo apt-get -y install libapache2-mod-php5 php5-cli php5-sqlite php5-curl inotify-tools xautomation wmctrl
al termine dell'installazione possiamo installare SpotCommander per farlo basta digitare da terminale:
wget http://www.olejon.net/code/spotcommander/files/spotcommander-8.7.deb
sudo dpkg -i spotcommander-8.7.deb
sudo apt-get install -f
rm spotcommander-8.7.deb
Ora dovremo configurare il server Apache con SpotCommander per farlo basta digitare:
sudo nano /etc/apache2/conf.d/spotcommander
e aggiungiamo:


AllowOverride All
ExpiresActive On
ExpiresByType text/cache-manifest "access plus 0 seconds"


Ora possiamo avviare il server Apache digitando:
sudo apache2ctl restart
ora dovremo inserire il nostro user e passoword del nostro account Spotify digando:
sudo /usr/share/spotcommander/bin/spotcommander-toggle-authentication enable USERNAME PASSWORD
dove al posto di USERNAME PASSWORD inseriremo le credenziali del nostro account.
Ora possiamo finalmente avviare SpotCommander digitando da terminale:
spotcommander start
avviamo il nostro browser e basta inserire nella barra degli url:
http://nostro-ip/spotcommander
per trovare l'indirizzo Ip basta cliccare con il tasto destro sul collegamento nel pannello di Network Manager (l'applet per accedere / configurare internet) e cliccare su Informazioni connessione. Quello che a noi serve è l'indirizzo IP il primo sotto IPv4.
si aprirà SpotCommander :D
SpotCommander è disponibile anche per Arch Linux attraverso AUR.

Home SpotCommander

FONTE

La pendrive non funziona più? Ci pensa Linux a farla rinascere

Le pendrive stanno pian piano mandando in pensione i Cd/Dvd visto sopratutto la sua praticità e la possibilità di gestire i dati rimuovendoli, modificandoli ecc.
Può succedere che per errori di scrittura o per altri motivi che la nostra pendrive improvvisamente non funzioni più.
Può capitare che la pendrive non permette neppure la formattazione causa di errori vari nel mio caso ad esempio trovavo l'errore "Il superblocco è illeggibile ecc...".
In questa semplice guida vedremo come possiamo recuperare la pendrive non nei sui dati ma nel suo corretto funzionamento.
Per formattare e ripristinare una pendrive con Linux possiamo utilizzare diversi tools a riga di comando.
La prima cosa da fare è controllare la posizione dove è montata la nostra pen drive per farlo avviamo il terminale e digitiamo:

sudo -s

fdisk -l

dal risultato avremo la posizione dove è montata la nostra partizione nel nostro esempio sarà /dev/sdb
sempre da root proviamo a con il comando mkfs che formatterà la pendrive
digitiamo:

mkfs -t vfat /dev/dispositivo

nel mio caso ad esempio darà

mkfs -t vfat /dev/sdb

se al termine la pendrive non dovesse ancora funzionare proviamo a creare nuovi file contenenti unicamente dei byte a zero, tutto questo per preallocare lo spazio su memoria di massa. Per farlo utilizziamo il comando dd/zero digitando da terminale:

dd if=/dev/zero of=/dev/dispositivo

e proviamo a formattare la partizione

mkfs -t vfat /dev/dispositivo

Se anche in questo caso non riusciamo a formattare la pendrive digitiamo

fdisk /dev/dispositivo

Ora digitiamo w per riparare la partition table al termine creiamo una partizione primaria grande come tutta la capacità della nostra pendrive cliccando sul tasto n
e successivamente clicchiamo su w per riscrivere la nostra partition table.
A questo punto proviamo a formattare la partizione

mkfs -t vfat /dev/dispositivo

Con questa guida dovremo quindi aver ripristinato la nostra pendrive e correttamente formattata. In caso di problemi non esitate a segnalarceli commentando questo articolo.





 

Jar of Beans - Android in versione portable per Windows e Linux

Android è un sistema operativo basato su Kernel Linux questo però non vuol dire che supporti al meglio una normale distribuzione Linux. Esempio le applicazioni e giochi per Android non supportano Ubuntu o altre distribuzioni e viceversa inoltre molto spesso i tool di aggiornamento, gestione di rom ecc sono disponibili solo per Windows (il sistema operativo più diffuso al mondo) e difficilmente arrivano in Linux (esempio Samsung Kies viene rilasciato solo per Windows e Mac). Di recente abbiamo presentato alcuni interessanti progetti i quali ci permettono di avviare Android X86 all'interno di una distribuzione Linux utilizzando VirtualBox per poter installare e utilizzare svariate applicazioni come ad esempio Whatsapp. Jar of Beans è un progetto realizzato da alcuni sviluppatori di xda-developers con il quale è possibile avviare Android sul nostro pc senza dover utilizzare Virtualbox basandosi anche con l'accelerazione grafica cosi da essere molto veloce e reattivo il tutto in versione portable senza quindi installarsi all'interno del sistema operativo. Tra le principali caratteristiche di Jar of Beans troviamo la possibilità di avviarlo in una finestra in svariate risoluzioni (anche full screen)  il supporto per Flash Player oltre ad avere già i premessi di root di default dispone già di tutte le applicazioni Google in modo tale da poter installare al suo interno applicazioni e giochi preferiti compreso Whatsapp e molte altre ancora. Jar of Beans a differenza di altri emulatori di Android risulta molto veloce, gli sviluppatori hanno rilasciato alcuni dettagli sui test effettuati indicando performance superiori ad esempio di LG Optimus G, Nexus 4. Galaxy S3 ecc.

Jar of Beans

Jar of Beans attualmente è disponibile solo per Microsoft Windows anche se funziona su Linux attraverso Wine. Alcuni sviluppatori stanno comunque lavorando sul progetto cercando di portarlo nativo anche per Linux anche se ci sono alcuni problemi ancora da risolvere causati dall'accelerazione grafica Intel HAXM la quale oltre a non supportare processori AMD ha ancora diversi problemi con Linux. Per gli utenti Microsoft Windows basta scaricare il file d'installazione da questa pagina, per gli utenti Linux dovremo installare l'ultima versione di Wine e avviare l'installare .exe. Purtroppo sul mio vecchio pc con Intel Atom D330 non si avvia causa problemi con l'accelerazione grafica molto probabilmente in Gpu più recenti e performanti dovrebbe funzionare.

Home Jar of Beans

FONTE