giovedì 30 maggio 2013

Installare Pantheon Desktop Enviroment su Ubuntu 13.04 e derivate

Nei giorni scorsi il team elementary OS ha rilasciato la seconda beta della nuova versione 0.2 Luna distribuzione che si basa su Ubuntu 12.04 nel quale è stato integrato il nuovo Pantheon Desktop Enviroment.  
 
Pantheon Desktop Enviroment è un'ambiente desktop sviluppato per essere leggero ed intuitivo con diversi effetti integrati e un look semplice e minimale. 
 
Il nuovo Pantheon Desktop Enviroment permette quindi di avere un completo ambiente desktop personalizzabile attraverso il nuovo Switchboard dal quale è possibile anche operare nella gestione della dockbar Plank e molto altro ancora. Essendo basato su Ubuntu è possibile installare il nuovo Pantheon Desktop Enviroment e mantenerlo costantemente aggiornato grazie ai PPA elementary OS team
 
Ricordiamo comunque che Pantheon Desktop Enviroment è un'ambiente desktop ancora in fase di sviluppo e quindi potrebbe avere ancora alcuni bug da sistema anche se durante il nostro precedente test non abbiamo trovato / rilevato grossi problemi.
 
Pantheon Shell potrebbe essere una valida alternativa ad Unity e Gnome Shell difatti oltre ad offrire un minor consumo di risorse ha una dockbar molto più personalizzabile e un menu semplice e funzionale oltre ad avere ottimi effetti e molte funzionalità disponibili.
 
Grazie al nostro lettore Domenico P. vedremo come installare solo l'ambiente desktop Pantheon Shell oppure l'intero Pantheon Desktop Enviroment completo di applicazioni dedicate ecc (che andranno ad aggiungersi a quelle di default in Ubuntu.
 
Pantheon Desktop Enviroment su Ubuntu
 

Per prima cosa integriamo i PPA Elementary OS per farlo digitiamo:
sudo apt-add-repository -y ppa:elementary-os/daily
sudo apt-get update

fatto questo aggiorniamo la nostra distribuzione digitando:

sudo apt-get upgrade

ora possiamo installare solamente Pantheon Shell digitando:

sudo apt-get install pantheon-shell
 
oppure possiamo installare anche le altre applicazioni di default in elementary OS dal browser Midori, a Dexter ecc digitando:
sudo apt-get install pantheon-shell pantheon dexter-contacts postler midori lingo audience wingpanel plank lightdm-webkit-greeter pantheon-lightdm-theme pantheon-terminal pantheon-xsession-settings contractor slingshot-launcher  scratch-text-editor pantheon-files elementary-theme elementary-icon-theme exe-wrapper ttf-droid footnote switchboard plank-theme-pantheon snap feedler switchboard-gnome-control-center 
 
al termine dell'installazione basta riavviare e al login scegliere di avviare Pantheon
Per motivi di mancanza di pc (nei giorni scorsi mi sono venuti i ladri a casa e mi hanno rubato tutti i pc compreso quelli con ubuntu per testare le nuove applicazioni) quindi non possono confermarvi come funziona l'ambiente desktop su Ubuntu 13.04.
 

Ripristinare il Master Boot Record di Microsoft Windows con Linux attraverso ms-sys

Nei mesi scorsi abbiamo presentato alcune guide dedicate sia alla rimozione completa di Microsoft Windows oppure la rimozione di Linux con il ripristino del Master Boot Record.

Oggi vedremo come è possibile ripristinare il Master Boot Record (MBR) di Microsoft Windows utilizzando Linux con l'utility ms-sys
 
Può succedere che un pc con solo Microsoft Windows possa avere dei problemi d'avvio i quali per la stragrande maggioranza dei casi sono dovuto ad un'errore del bootloader di Windows. Per ripristinare il Master Boot Record di qualsiasi versione di Microsoft Windows (dalla 95 all'ultimo Windows 8) possiamo utilizzare diversi software proprietari magari a pagamento oppure semplicemente utilizzare una distribuzione Linux con l'utility ms-sys.

ms-sys è un semplice progetto open source dedicato al ripristino o creazione del Master Boot Record di Microsoft Windows attraverso Linux. 
 
Con ms-sys è possibile riscrivere nuovi MBR e nuovi settori di avvio(detti anche boot record utili ad esempio per esempio per eseguire FIXBOOT) per file systems FAT.
Basta quindi avviare una distribuzione Linux live su un cd oppure pendrive e operare con l'utility ms.sys per ripristinare l'avvio di qualsiasi versione di Microsoft Windows.
 
Presente nei repository ufficiali delle principali distribuzioni Linux, ms-sys la troviamo già preinstalla in diverse distribuzioni Linux dedicate al ripristino, partizionamento dischi ecc come ad esempio Parted Magic (che consiglio).

L'utilizzo di ms-sys è davvero molto semplice, per prima dobbiamo riconoscere la partizione contenente Windows per farlo digitiamo da terminale:
sudo fdisk -l
 
solitamente le partizioni di Microsoft Windows sono in NTFS o FAT32 quindo è abbastanza semplice cercarle
una volta verificata (esempio sda1) possiamo ripristinare il MBR digitando il seguente comando
sudo ms-sys -w /dev/sdx
 
dove al posto di sdx metteremo il percorso relativo al disco contenente la partizione di Windows nel mio esempio:
sudo ms-sys -w /dev/sda1
 
riavviamo ed ecco ripristinato il Master Boot Record di Microsoft Windows.
ms-sys è un tools che offre anche altre svariate funzionalità come la creazione di floppy di ripristino e molto altro ancora, per conoscere tutte le opzioni basta digitare:
ms-sys -h

Home ms-sys

Fonte

Plowshare 4 download-upload, migliora il supporto per reCaptcha e aggiunge un nuovo PPA dedicato per Ubuntu

In rete esistono moltissimi siti dedicati alla condivisione di file (Hosting) con i quali è possibile caricare nei propri server un file di qualsiasi tipo e condividere il link per scaricalo ad amici, sui blog e molto altro ancora.
 
Per facilitarci il download da siti di file hosting sono disponibili per Linux diverse applicazione da JDownloader (la più famosa) oppure FreeRapid, Tucan, pyLoad oppure anche l'utilissima Plowshare.  
 
Plowshare è un'applicazione a riga di comando dedicata al download e upload di file da siti hosting con tante funzionalità integrate. 
 
Da alcuni giorni è disponibile la versione 4 di Plowshare la quale oltre migliora notevolmente sia il supporto per nuovi siti hosting che il supporto per reCaptcha avviandoli non più all'interno del terminale ma in una finestra di dialogo. 
 
Tra le novità del nuovo Plowshare 4 troviamo anche il supporto per resume ossia se per vari motivi il download viene interrotto potremo ripristinarlo partendo dal punto che eravamo arrivati senza quindi scaricare nuovamente tutto il file.
 
 Plowshare 4 su Ubuntu 13.04
 
Plowshare 4 supporta anche gli account premium che permettono di scaricare più file contemporaneamente alla massima velocità disponibile, inoltre per gli utenti Ubuntu arriva anche un nuovo PPA dedicato (attualmente disponibile solo per Ubuntu 12.10 e versioni precedenti) con il quale è possibile mantenere sempre aggiornata l'applicazione.
 
L'utilizzo di Plowshare rimane invariato una volta installata l'applicazione basta digitare plowdown seguito dal link del file da scaricare oppure per caricare un file basta digitare plowup seguito dal nome del sito hosting e il file da caricare. 
 
In questa pagina troverete tutti i siti supportati da Plowshare 4.
 
Per installare Plowshare 4 su Ubuntu 13.04 derivate e versioni precedenti basta scaricare il pacchetto deb da questa pagina per Ubuntu 12.10 e versioni precedenti possiamo installare l'applicazione da questo PPA.
 
Plowshare 4 è disponibile anche su Arch Linux attraverso AUR, Per maggiori informazioni su Plowshare 4 e come installarlo su Debian, Fedora, Gentoo e altre distribuzioni basta consultare questa pagina.

Home Plowshare 4

Fonte

Pantheon Files un'ottima alternativa al file manager Nautilus in Ubuntu

Nei giorni scorsi abbiamo parlato del problema del nuovo Nautilus 3.6 presente di default in Ubuntu 13.04 Raring il quale con il suo aspetto minimale e la rimozione di svariate funzionalità ha deluso diversi utenti.

Per fortuna il Linux esistono valide alternative a Nautilus 3.6 altri ottimi file manager completi e in alcuni casi anche più leggeri in grado di migliorare la navigazione e gestione dei file presenti nel nostro sistema operativo.
 
Tra le varie alternativa a Nautilus abbiamo proposto Nautilus 3.4 con le patch SolusOS oppure Nemo il file manager di default in Linux Mint nella versione con ambiente desktop Cinnamon. 
 
Grazie al nostro lettore dongongo oggi vedremo come installare Pantheon Files ed utilizzarlo come file manager di default in Ubuntu.
 
 Pantheon Files su Ubuntu 13.04 Raring
 
Pantheon Files è un file manager sviluppato dal team elementary di default nella versione in fase di sviluppo 0.2 Luna. Particolarità di Pantheon File è la sua leggerezza unita da un'interfaccia grafica minimale che però integra diverse funzionalità come un'ottima gestione delle anteprime, proprietà dei file, ricerca dettagliata ecc.
Dalle proprietà dei file oltre ai dettagli è possibile anche visualizzare un'anteprima, utile anche la gestione delle cartelle che possiamo colorare conforme le nostre preferenze in modo tale da poterle ricercare velocemente. Pantheon Files supporta anche il plugin per Dropbox e Ubuntu One grazie ai quali potremo caricare un file nel nostro spazio web per poi condividerlo con i nostri amici il tutto direttamente dal menu contestuale.

Ecco alcune immagini cortesemente inviate dal nostro lettore dongongo:




Installare Pantheon Files su Ubuntu 13.04, 12.10 e 12.04 è molto semplice basta digitare:

sudo add-apt-repository ppa:elementary-os/daily
sudo apt-get update
sudo apt-get install pantheon-files

Per installare il plugin Pantheon Files per Dropbox:

sudo apt-get install pantheon-files-plugin-dropbox

Per installare il plugin Pantheon Files per UbuntuOne:

sudo apt-get install pantheon-files-ubuntuone
 
fatto questo basta avviare Pantheon Files dal Dash, automaticamente ci verrà chiesto d'impostarlo o meno come file manager di default.

Home Pantheon Files

Fonte

I migliori siti dove scaricare VDI per VirtualBox

La vostra curiosità è tanta, volete provare un nuovo sistema operativo Linux ma non avete il tempo (o lo spazio) per installarlo, ma contemporaneamente non volete sottostare alle ovvie limitazioni imposte da un’eventuale esecuzione “Live” (senza installazione)? Bene, armatevi di Virtualbox, di un po’ di pazienza, di uno dei tre siti che stiamo per suggerirvi e… date sfogo alla vostra curiosità!

 virtualbox logo

Quelli che vi segnaliamo, infatti, sono i tre migliori siti in cui scaricare gratuitamente (e in maniera assolutamente legale) dischi fissi virtuali in formato .VDI contenenti sistemi operativi belli e pronti per essere aggiunti a Virtualbox. Prima di procedere con la lista vi ricordo brevemente come importare un disco fisso .VDI all’interno di Virtualbox:
  1. aprite il programma e fate click sul tasto “Nuova”;
  2. date un nome alla vostra macchina virtuale scegliete la tipologia di sistema operativo che andrete a caricarvi, dopodichè fate click su Avanti;
  3. scegliete la quantità di RAM da assegnare alla macchina, dopodichè fate click su Avanti;
  4. fatto ciò vi ritroverete alla finestra di selezione del disco: mettete il segno di spunta su “Usa un file di disco fisso virtuale esistente”, e cliccate sulla freccina verde in basso per selezionare il file .VDI che avete scaricato in precedenza.
    vdi-2

VirtualBoxes – Sourceforge

In questa pagina troverete tantissimi dischi fissi virtuali gratuiti con su caricate le immagini dei sistemi operativi Linux e Linux-based più disparati -  OpenSUSE, Zenwalk, Android, CentOS, Linux Mint, Xubuntu, ArchLinux, Puppy Linux e tanti, tanti altri.
virtualboxes-sf

VirtualBoxes.org

Anche qui troverete esattamente le stesse immagini presenti su Sourceforge tantissimi dischi fissi virtuali relativi a molteplici distribuzioni Linux-based (e non solo) costantemente aggiornate; con la differenza che - per molte distribuzioni è specificata la modalità di creazione del disco fisso virtuale, le varie distro sono suddivise in base alla categoria di appartenenza (Linux-based, BSD-based e via discorrendo), ed è presente per tutte un link alla home page.
virtualboxes-dot-org

VirtualBoxImages.com

Indubbiamente il sito più completo: all’interno di questo potrete trovare macchine virtuali per tutti i gusti! In particolare, nella sezione Free VDIs potrete trovare tantissimi sistemi operativi con tanto di una breve panoramica del sistema, i dettagli della creazione del disco (data di installazione, presenza o meno delle guest additions e altro), link al torrent per il download e screenshot.
virtualboximages

[via]

Ubuntu: come aggiungere Google Keep al launcher di Unity

google keep 



Google Keep, l’applicazione di Google per tenere sempre a portata di mano le proprie note, è stata integrata in Google Chrome attraverso un’applicazione ufficiale (potrete trovare ulteriori approfondimenti in merito sul nostro articolo dedicato): con questo breve tutorial vi mostreremo come, utilizzando l’ultima versione stabile del browser Google Chrome (la 26), aggiungere un lanciatore all’app di Google Keep direttamente sul launcher di Unity.

Innanzitutto, se non lo abbiamo già fatto, andiamo a scaricare l’ultima versione di Google Chrome direttamente dalla sua pagina ufficiale, dopodichè installiamo l’applicazione Google Keep utilizzando questa guidaFatto ciò, procediamo nel seguente modo:
  1. creiamo una cartella nascosta (il cui nome è preceduto da un “.”) all’interno della nostra home directory, ad esempio .keep-launcher, con il comando
mkdir ~/.keep-launcher
ho scelto di creare la cartella nascosta in quanto non dovrà essere eliminata.
  • apriamo la cartella all’interno del gestore file Nautilus, con il comando da terminale
    nautilus ~/.keep-launcher
  • apriamo una nuova scheda in Google Chrome, cerchiamo il collegamento alla webapp di Google Keep, facciamo click destro sull’icona, selezionando “Crea Scorciatoie”;
    google-keep-1
  • ci comparirà una finestrella con due opzioni: mettiamo il segno di spunta soltanto su “Desktop”, dopodichè clicchiamo su “Crea”;
  • trasciniamo il file appena creato sul desktop nella finestra di Nautilus aperta in precedenza ;
    google-keep-1
  • infine, trasciniamo il file GoogleKeep.desktop dalla cartella aperta in Nautilus al pannello dei lanciatori e chiudiamo tutto.
    google-keep-2

Da questo momento sarete in grado di aprire Google Keep direttamnete dal launcher di Unity. Essendo un’app “praticamente” standalone, sarà possibile utilizzarla anche offline. 
NB: potreste non riuscire ad utilizzare Google Keep durante il primo accesso: non preoccupatevi, vi basterà inserire le credenziali, chiudere le finestre e riavviare l’app dal launcher.

Installare correttamente uTorrent su Ubuntu 13.04 e versioni precedenti

uTorrent su Ubuntu 13.04


In Linux troviamo molti client Torrent alcuni veramente molto completi e funzionali come ad esempio Transmission (di default in moltissime distribuzioni), qBittorrent, Deluge, KTorrent e molti altri ancora compreso il famoso uTorrent uno dei client più apprezzati sopratutto dagli utenti di Microsoft Windows. uTorrent è disponibile per Linux già da alcuni anni però solo nella versione Server corredata da una un'utile WebUI accessibile da qualsiasi nostro browser.

uTorrent Server per Linux offre bene o male le stesse funzionalità del client ufficiale dalla gestione dei download a molte altre utili funzionalità che ne rendono questo client uno dei migliori attualmente disponibili. Il problema principale di uTorrent Server è il dover avviare prima il file binario e poi accedere da browser, in questa guida vedremo come possiamo facilitarci sia l'installazione che l'accesso direttamente da menu o dal collegamento nel Launcher di Ubuntu.
Ricordo che questa guida è disponibile per qualsiasi distribuzione Linux, è testata su Ubuntu 13.04 ma possiamo utilizzare la stessa procedura anche in Debian, Fedora, Arch Linux ecc unico dettaglio è controllare di aver installato la libreria libssl0.9.8 per farlo basta cercarla ed installarla nel vostro software center esempio in Ubuntu, Debian e derivate basta digitare:
sudo apt-get install libssl0.9.8
Ora scarichiamo uTorrent Server per Linux dai link in forndo l'articolo una volta scaricato spostiamo il file .tar.gz nella nostra home. A questo punto sposiamo l'applicazione in una cartella del sistema /opt per farlo avviamo il terminale e digitiamo:
sudo cp ~/Downloads/utorrent-server-3.0-ubuntu-10.10-*.tar.gz  /opt/ && cd /opt
sudo tar -xzf utorrent-server-3.0-ubuntu-10.10-*.tar.gz
e creiamo un link simbolico per avviare facilmente uTorrent da terminale.
sudo ln -s  /opt/utorrent-server-v3_0/utserver /usr/sbin/utserver
ora siamo pronti ad avviare uTorrent per farlo digitiamo da terminale:
utserver -settingspath /opt/utorrent-server-v3_0/
e avviamo il nostro browser preferito e andiamo all'indirizzo:
http://localhost:8080/gui/
e inseriamo in username admin e lasciamo vuota la password ora abbiamo uTorrent avviato nella nostra distribuzione. Dalle preferenze possiamo anche cambiare i dati d'accesso ecc.

uTorrent su Ubuntu 13.04 - preferenze

Per facilitarci i futuri avvii di uTorrent dal menu avviamo Applicazioni d'Avvio -> Aggiungi ed inseriamo:
Alla voce Nome:
uTorrent
Alla voce Comando:
utserver -settingspath /opt/utorrent-server-v3_0/
La voce Commento possiamo lasciarla anche vuota e clicchiamo su OK.
Ora possiamo creare un collegamento nel nostro menu per farlo possiamo utilizzare Google Chrome oppure Chromium seguendo questa guida oppure per Firefox potremo creare un lanciatore con myStuff o altre applicazioni simili con il comando firefox -new-tab http://localhost:8080/gui/.
Ringrazio sia Domenico P per la segnalazione e il team handytutorial fonte della guida.

Home uTorrent
Download µTorrent Server: 32-bit - 64-bit

Fonte

Spotify si aggiorna alla versione 0.9.133, ecco come installarlo su Ubuntu

Da alcuni mesi è disponibile anche in Italia Spotify un servizio web dedicato alla ricerca e riproduzione di brani musicali via streaming con oltre 15 milioni di utenti.  

Spotify è un servizio legale con in quel potremo ascoltare brani musicale dei nostri autori preferiti cercandoli da un vastissimo database supportato anche da alcune case discografiche ed etichette indipendenti, come ad esempio Sony, EMI, Warner Music Group e Universal. 

E' possibile accedere a Spotify da browser oppure da desktop grazie al client ufficiale sviluppato proprio dal team Spotify e disponibile sia per pc Linux, Windows e Mac che dispositivi mobili con sistema operativo Apple iOS oppure Android.
 
Spotify per Linux è un client con il quale potremo accedere e avere tutte le funzionalità di Spotify dal nostro desktop senza avviare nessun browser. Il client ufficiale Spotify per Linux offre anche un'ottima integrazione con Ubuntu integrandosi sia con le notifiche di sistema che attraverso SoundMenu e AppMenu.
 
Da alcuni giorni è disponibile la nuova versione 0.9.133 del client ufficiale di Spotify per Linux la quale non aggiunge importanti novità al software ma semplicemente corregge diversi bug e va a migliorare il supporto con il nuovo Ubuntu 13.04.
 
Spotify 0.9.133 introduce un nuovo logo e sopratutto migliora l'avvio del client rendendolo più veloce oltre a corregge alcuni bug nella traduzione cinese.
Per installare Spotify 0.9.133 su Ubuntu basta digitare da terminale:
sudo apt-key adv --keyserver keyserver.ubuntu.com --recv-keys 94558F59
sudo sh -c 'echo "deb http://repository.spotify.com stable non-free" >> /etc/apt/sources.list'
sudo apt-get update
sudo apt-get install spotify-client


Spotify 0.9.133 su Ubuntu


Home Spotify 
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Full Circle Magazine: script per scaricare facilmente tutti i numeri della rivista

Full Circle Magazine è una rivista realizzata dalla comunità Ubuntu per diffondere la cultura del software libero con un'occhio di riguardo per il sistema operativo Ubuntu e le sue derivate

Nato nel 2007 da un gruppo di utenti presenti sul forum internazionale di Ubuntu, l'idea principale del progetto Full Circle Magazine fu quella di voler creare una rivista che contenga in dettaglio guide ed informazioni varie su Ubuntu e il suo sviluppo. Successivamente la rivista è stata ampliata con l'inserimento di guide e news sul software libero oltre ad essere rilasciata in più lingue compresa la lingua italiano.
 
La traduzione italiana di Full Circle Magazine viene gestita dalla comunità italiana di Ubuntu, un progetto che comunque tutti possono partecipare o meglio ancora collaborare sia nella stesura di nuovi articoli che nella traduzione ed impaginazione.
 
Particolarità del progetto Full Circle Magazine è che viene realizzato esclusivamente con software liberi, per creare, impaginare e convertire in PDF la rivista il team utilizza Scribus e Sigil applicazioni open source disponibili nei repository delle principali distribuzioni Linux.
 
Per chi volesse scaricate tutti o sono una parte dei numeri di Full Circle Magazine abbiamo realizzato un semplice script per facilitarci in tutto questo.
 
Basta avviare lo script e inserire il primo e l'ultimo numero di Full Circle Magazine che vogliamo scaricare e automaticamente partirà il download dei numeri richiesti. Lo script scarica solo la rivista in lingua italiana e non le edizioni speciali che possiamo comunque scaricare dal sito ufficiale del progetto.
Per scaricare e avviare lo script basta digitare da terminale:
wget https://dl.dropboxusercontent.com/u/964512/lffl/fcm.sh
chmod +x fcm.sh
sh fcm.sh

per i futuri avvi basta cliccare sul file fcm.sh e dare avvia da terminale.

Full Circle Magazine - script

Ringrazio il nostro lettore GianFranco Manfrin per la segnalazione dello script originale, e sopratutto tutti gli utenti che collaborano nella realizzazione di Full Circle Magazine.

Home Full Circle Magazine Home Full Circle Magazine Italia
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Informazioni sulle partizioni su Linux con lsblk


In genere usiamo fdisk per ottenere delle info sugli hard disk e sulle partizioni sotto Linux. Questo il comando:
# fdisk -l
Disk /dev/sda: 120.0 GB, 120034123776 bytes, 234441648 sectors
Units = sectors of 1 * 512 = 512 bytes
Sector size (logical/physical): 512 bytes / 512 bytes
I/O size (minimum/optimal): 512 bytes / 512 bytes
Disk label type: dos
Identificativo disco: 0x5eff4ed2

Dispositivo Boot      Start         End      Blocks   Id  System
/dev/sda1          204800   188303359    94049280   83  Linux
/dev/sda3       188303360   230246399    20971520   83  Linux
/dev/sda4       230246400   234440703     2097152   82  Linux swap / Solaris

Senza nulla togliere a questo comando, ne ho scoperto un altro più leggibile e che è possibile lanciare non da root o con sudo: lsblk.
Questo l’output se lanciato senza opzioni (che praticamente è uguale a lanciarlo con -l):
$ lsblk
NAME   MAJ:MIN RM   SIZE RO TYPE MOUNTPOINT
sda      8:0    0 111,8G  0 disk
sda1   8:1    0  89,7G  0 part /run/media/casa/hd
sda3   8:3    0    20G  0 part /
sda4   8:4    0     2G  0 part [SWAP]
sr0     11:0    1  1024M  0 rom

Come vedete è più leggibile ed inoltre ci da subito anche il punto di mount e la misura in formato “human-readable”.

 Fonte

Viber approda su PC, ecco come installarlo su Ubuntu Linux

Per chi non lo sapesse Viber è una famosa applicazione Voip con la quale possiamo chattare oppure effettuare chiamate verso dispositivi mobili gratuitamente utilizzando la nostra connessione internet. 

Indicata come una valida alternativa a Skype e sopratutto WhatsApp, Viber a differenza del client Voip di Microsoft rimane sempre attiva nel nostro dispositivo in modo tale da non dover sempre accedere all'applicazione il tutto a vantaggio delle risorse del sistema. 

Di recente il team Viber ha annunciato il rilascio del client ufficiale per pc desktop Windows e Mac offrendo quindi all'utente di poter chattare ed effettuare chiamate anche da pc come sul proprio dispositivo mobile. 
 
Con Viber per PC è possibile effettuare chiamate voce oppure video, chattare con la possibilità di inviare anche immagini ed inoltre è possibile effettuare conversazioni di gruppo. Il client per desktop non richiede nessuna registrazione basta avere un dispositivo mobile con già installato Viber basta inserie il numero di telefono e il codice che apparirà nel dispositivo. Una volta attivi avremo già tutti i contatti del nostro dispositivo mobile inoltre sarà possibile trasferire le chiamate in corso tra vari dispositivi.
 
Aspettando che arrivi il client ufficiale di Viber per Linux possiamo comunque installare l'applicazione per Windows nella nostra distribuzione Linux tramite Wine.
 
Per chi non lo sapesse Wine è un'applicazione open source con la quale possiamo avviare applicazioni e giochi nativi per Windows su Linux tra questi anche Viber.
 
Viber per Windows funziona perfettamente su Linux unico problema arriva dal riconoscimento del microfono e webcam per effettuare le chiamate che in diversi hardware non viene correttamente riconosciuto da Wine. 
 
Potremo comunque chattare con i nostri amici via Viber direttamente dal nostro desktop Linux.
 
Per installare Viber su Ubuntu Linux (via Wine) basta digitare da terminale:
sudo apt-get install wine
wget http://download.cdn.viber.com/cdn/desktop/windows/ViberSetup.exe
wine ViberSetup.exe
 
e confermiamo l'installazione di Viber. Al termine basta avviare Viber dal collegamento nel nostro desktop oppure da menu. Per rimuovere Viber basta avviare l'applicazione "disinstalla programmi wine" dal menu e disinstallare il client Viber.
 
Viber su Ubuntu Linux
 

Home Viber
Fonte

Ubuntu - come recuperare file eliminati sul nostro sistema, pendrive, hard disk esterni ecc

Per una maggiore sicurezza in Ubuntu e nella stragrande maggioranza delle distribuzioni Linux ogni volta che cancelliamo un file viene salvato nel cestino. 
 
Dal cestino possiamo eliminare definitivamente un file oppure ripristinarlo (in alcuni casi è possibile anche copiare il file in alte cartelle al posto di ripristinarlo). 
 
Può succedere di avere svuotato il cestino ed eliminato dei file che magari ora ci servono, ma per fortuna in Linux esistono svariati tool dedicati proprio al recupero dei dati eliminati per errore.
 
Per recuperare i dati rimossi possiamo utilizzare svariati tools il migliore in assoluto è i PhotoRec un tool open source sviluppato esclusivamente per il recupero di dati in qualsiasi tipo di filesystem che sia per Linux come ext3, ext4 ecc che pendrive, hard disk esterni ecc.
 
PhotoRec ci permette di recuperare file di qualsiasi tipo dalle immagini rimosse accidentalmente in una memoria SD o nel nostro pc, a documenti, video, file di sistema ecc.
 
Ecco quindi come recuperare file eliminati sul nostro sistema, pendrive, hard disk esterni ecc in Ubuntu o altra distribuzione Linux.

PhotoRec è un tool presente nel pacchetto TestDisk ossia una raccolta di strumenti utili per recuperare dati nel nostro sistema.
 
Per prima cosa installiamo quindi TestDisk per farlo basta digitare da terminale:
sudo apt-get install testdisk

fatto questo avviamo PhotoRec digitando sempre da terminale:

sudo photorec
 
una volta avviato PhotoRec questo ci chiederà in quale drive dobbiamo recuperare i file.



una volta scelto PhotoRec ci chiederà il tipo di filesystem utilizzato


una volta scelto PhotoRec ci chiederà d'indicare la cartella da scansionare ossia quella dove erano presenti i file da recuperare


una volta scelta la cartella PhotoRec inizierà la scansione catalogando i file per tipologia esempio file di testo, immagini ecc.


Al termine della scansione potremo ripristinare tutti i file eliminati per una diversa estensione esempio jpeg oppure txt ecc oppure selezionarli uno ad una. Al termine avremo i file recuperati proprio nella posizione originaria prima dell'eliminazione.
PhotoRec è un tool veramente sempre da utilizzare e sopratutto che recupera file eliminati anche mesi prima. Lo troviamo presente anche in molte distribuzioni livecd dedicate alla gestione di partizioni, dati ecc come ad esempio Parted Magic oppure Recovery Is Possible.

Home Photorec
Fonte

Come reinstallare windows su dual boot linux

Come abbiamo visionato in un articolo precedente, la nuova versione di Ubuntu 13.04 è stata decurtata di Wubi dunque chi vorrà utilizzare l’ultima distro di Canonica in dual boot dovrà necessariamente eseguire per intero l’installazione di linux accanto ad un altro sistema operativo 

In questo articolo vedremo come in cinque semplici step sarà possibile ripristinare l’installazione di Windows senza perdere le impostazioni di Linux.

mondoinformazione dualboot Come reinstallare windows su dual boot linux

Nel caso in cui avessimo installato linux in dual boot ma decidessimo di voler comunque ripristinare il sistema di Microsoft  il procedimento da seguire e molto semplice e veloce in quanto basterà semplicemente fare attenzione al Bootloader Grub, installato da Linux, in quanto Windows riscrive l’MBR dell’HDD e ricarica il suo bootloader; per risolvere il problema bisognerà semplicemente eseguire un backup del grub e reinstallarlo dopo il ripristino di Windows.

Come fare:

Step 1:  Accedete alla sessione di Ubuntu e collegate una pendrive USB (anche se ci sono dati andrà bene ugualmente)

Step 2: Aprite il terminale e digitate il comando:

sudo fdisk -l

per verificare la lettera che Ubuntu attribuisce alla periferica USB, solitamente avrete un indicazione tipo sdb o sdc o sdd.

Step 3: Una volta riconosciuta la lettera della periferica USB date il comando:

sudo grub-install /dev/sdX (mettendo la lettera corretta al posto della “X”)

in questo caso copierete sulla pendrive il grub dual boot.

Step 4: Procedete alla re installazione di Windows e riavviate il pc impostando la priorità di boot sulla pendrive, in questo modo vi apparirà il menu del grub, da cui potrete avviare Ubuntu (non Win perché avendo cambiato l’UUID della partizione darebbe errore)

Step 5: Dalla sessione di Ubuntu date in successione, e nello stesso ordine proposto, i comandi:

sudo update-grub 
sudo grub-install /dev/sda

Seguendo questi semplici cinque passi al riavvio del pc avrete nuovamente il bootloader grub configurato e potrete passare da Ubuntu al Windows ripristinato.

ATTENZIONE: Sebbene si tratti di una procedura semplice vi consigliamo di eseguire sempre un bakcup dei vostri dati.

Fonte

Come installare Nuvola Player 2.0 su Ubuntu 13.04/12.10

Questo player di nome Nuvola Player, precedentemente denominato come Google Music Frame, è un lettore comodissimo ed è appositamente studiato per la musica "nel cloud". 

A differenza dalla precedente versione, in Nuvola Player 2.0.2 abbiamo, oltre a migliorie delle caratteristiche già esistenti, l'integrazione di Amazon Cloud Player ed il pieno supporto HTML5.  
Insomma, supporta una serie di servizi cloud relativi a musica in una propria finestra di programma, e fornisce l'integrazione con il desktop Linux mediante tasti multimediali, la system tray, media player applet, il menu del Dock, e via dicendo. 
Per saperne di più su questa integrazione, basta visitare questo indirizzo 
Vi ricordo che  abbiamo ben due versioni, e cioè Nuvola Player 1.1.2 basato sulle librerie GTK2, e Nuvola Player 2.0.2 basato sulle librerie GTK3.
Per chi volesse installarlo in Ubuntu 13.04 o precedente, dovrà aggiungere il PPA dedicato alla lista dei Sorgenti software

Quindi apriamo il terminale e digitiamo:

sudo add-apt-repository ppa:nuvola-player-builders/stable
sudo apt-get update && sudo apt-get install nuvolaplayer


 

domenica 19 maggio 2013

Problema di scheda wifi sul portatile

Con Voyager 13.04 ho riscontrato un problemino di connettività wifi dopo l'ultimo aggiornamento di kernel, ma ho risolto seguendo i seguenti passi.

voyager

Ho installato gli additional drivers che di default la distribuzione non lo fa, poi...

Da fonte 1
Identificazione della scheda:

Digitare in un terminale il comando: 

lspci -vvnn | grep 14e4


Avendo applicato il filtro 14e4 al comando lspci la ricerca verrà limitata alle sole schede PCI Broadcom. Un tipico output del terminale potrebbe essere ad esempio questo: 

03:00.0 Network controller [0280]: Broadcom Corporation BCM4322 802.11a/b/g/n Wireless LAN Controller [14e4:432b] (rev 01)

Da fonte 2
Ecco come farla funzionare:

1) rimuovere il driver "Broadcom STA" installato di default tramite "additional drivers".
 

2) mettere in blacklist i driver errati

sudo mousepad /etc/modprobe.d/blacklist.conf
 

e aggiungere in fondo le seguenti righe:

# patch bcm4313
blacklist ssb
blacklist bcma
blacklist b43
blacklist brcmsmac


3) salvare e riavviare il pc


4) ora installare il driver corretto:

 
sudo apt-get install bcmwl-kernel-source

 
5) riavviare il pc


6) verificare che non ci sia in blacklist il driver wl che è quello corretto:


sudo gedit /etc/modprobe.d/blacklist-local.conf


se è presente blacklist wl commentarlo mettendoci un # davanti.


6a) riavviare se il driver wl era in blacklist





L'installazione è completa, dovrebbe funzionare!!



sabato 18 maggio 2013

Marlin file manager: proviamolo su Ubuntu e Linux Mint


Marlin è il file manager dell’Elementary Team (nato dalle ceneri di Nautilus Elementary, il celebre fork di Nautilus) ispirato a Thunar, scritto in C e Vala ed utilizzante le librerie GTK3, di cui avevamo già parlato qualche tempo fa.

Dall’ultima volta che ce ne siamo occupati, il file manager è cresciuto ed ha acquistato funzionalità aggiuntive: chi fosse interessato potrà seguire i passi di seguito discussi per provarlo in prima persona oppure guardare le immagini di cui in galleria.


La sua installazione su Ubuntu e distribuzioni derivate come Linux Mint è resa semplice da un nuovo PPA dedicato, tramite il quale possiamo appunto installare il programma da emulatore di terminale con le istruzioni che seguono:

sudo add-apt-repository ppa:marlin-devs/marlin-daily
sudo apt-get update
sudo apt-get install marlin marlin-plugin-*
sudo apt-get clean


Marlin non sostituisce Nautilus (a meno che non si scelga ciò a mezzo delle sue preferenze), e per lanciarlo è sufficiente, da shell o GUI, digitare:

marlin

 Marlin

Nelle immagini sono mostrate le viste a icona, lista e colonne; nelle prime due i file vengono di default aperti con singolo click, mentre nell’ultima con due click, essendo il singolo click riservato all’apertura dell’anteprima sulla destra.

venerdì 17 maggio 2013

Accorgimenti per Ubuntu con SSD (Disco allo stato solido)

Accorgimenti per il potenziamento del mio netbook con Ubuntu, in questo post ho raccolto le piccole modifiche che ho fatto per ottimizzare Ubuntu con l'uso del SSD.
Io mi sono passato alcuni link trovati in rete (un buon punto di partenza può essere il wiki SSD check list), ho trovato alcune varianti, quelli che seguono sono gli accorgimenti che ho scelto, senza esagerare con le modifiche.
1. Modifica fstab
Da terminale:
  • sudo cp /etc/fstab /etc/fstab.bak
Ora possiamo procedere e modificare il file fstab, se vorremo tornare indietro basterà ripristinare la copia di bakup, ma se state attenti prima di salvare non ce ne sarà bisogno.
  • gksudo gedit /etc/fstab
a) Nella riga della partizione dove è installato il sistema ho aggiunto due opzioni:
noatime = evita di riscrivere ad ogni accesso dei file.
discard = abilità il TRIM.
b) Ho disattivato l'area di SWAP, per farlo basta premettere un cancelletto # alla riga con la partizione di  SWAP.
Non usando l'ibernazione e avendo 4 GB di RAM (più che a sufficienza per le mie esigenze) ho pensato di evitare eventuali scritture sull'area di SWAP. In realtà si potrebbe prima agire sul parametro che regola la soglia dopo cui si inizia ad usare la SWAP, ma la mia intenzione sarebbe quella di eliminare proprio la partizione per recuperare 4 GB che sui 60 GB totali del disco sono una porzione non trascurabile.
Siccome per ora non ho bisogno dello spazio l'ho solo disattivata, in futuro potrò provvedere a cancellarla ed aggiungerla alla partizione principale tramite GParted.
c) Ho montato le cartelle dei file temporanei (/tmp e /var/tmp) e quella dei log del sistema (/var/log) nella RAM per evitare molte scritture al disco. Prima di fare questa modifica bisogna tener conto che allo spegnimento del computer perderemo il contenuto di queste cartelle e che il nostro uso di programmi non deve necessitare di grossi quantitativi di file depositati nei temporanei. Quindi se, ad esempio, fate copie di DVD e usate programmi che salvano contenuti grandi su /tmp potreste avere problemi, quindi evitate.
Dopo i tre passaggi (a-b-c) spiegati qua sopra, il vostro file dovrebbe avere un contenuto simile al seguente [in rosso le modifiche effettuate]:
# / was on /dev/sda1 during installation
UUID=xxxxxxx-xxxxxx-xxxxx-xxxxx-xxxxxxxx / ext4 noatime,discard,errors=remount-ro,user_xattr 0 1
# swap was on /dev/sda2 during installation
#UUID=xxxxxxx-xxxxxx-xxxxx-xxxxx-xxxxxxxx none swap sw 0 0
# temp e log su RAM
tmpfs /tmp tmpfs defaults,noatime 0 0
tmpfs /var/tmp tmpfs defaults,noatime 0 0
tmpfs /var/log tmpfs defaults,noatime 0 0

Salvare e chiudere il file.

2. Modifica dello scheduler
Per maggiori informazioni potete leggere "elevator=noop". L'opzione che io ho scelto è quella migliore se oltre al disco SSD si utilizzano anche dischi meccanici classici (io utilizzo anche il vecchio disco) questo è quello che ho fatto, da terminale:
  • sudo apt-get install sysfsutils
  • sudo gedit /etc/sysfs.conf
Aggiungere in fondo al file la riga:
  • block/sda/queue/scheduler = noop
Salvare e chiudere.
3. Spostare la cache del browser sulla RAM
Come ho detto, 4 GB di RAM per me sono abbondanti, quindi ho provveduto a spostarci anche le cache dei browser. In questo modo sfrutto quello che altrimenti difficilmente userei e ancora più importante evito molte scritture sul disco che la navigazione web comporta.
La cache su RAM velocizza anche il caricamento delle pagine però ha alcuni sconvenienti. In particolare se capita qualche problema e il browser si chiude non potrete ripristinare la sessione quando riaprirete il programma.

  • Per Firefox
    Aprite Firefox sulla barra scrivete about:config
    Accettate che farete attenzione e scrivete browser.cache nel filtro:
    - alla voce browser.cache.disk.enable cliccate due volte per metterla su false
    - alla voce browser.cache.memory.enable cliccate su true (dovrebbe andare in automatico con il passaggio precedente)
    Ora cliccate con il destro sullo spazio vuoto e create Nuovo»Intero nominatelo browser.cache.memory.capacity e schiacciate OK. Nella nuova riga immettete lo spazio da assegnare alla cache in kilobyte (io ho messo 100000) oppure mettete -1 se volete lasciare a Firefox il compito di allocare dinamicamente lo spazio in base alla vostra RAM.
    - consiglio di disattivare "Consenti la gestione automatica della cache" anche nelle preferenze di Firefox sotto la voce Avanzate»Rete e già che ci siamo limitare la cache a 0 MB e cliccare su "cancella adesso".

  • Per Chromium
    Modificare il comando del lanciatore che usiamo per far partire Chromium in questo modo (aggiungere la parte in grassetto):
    /usr/bin/chromium-browser %U --disk-cache-dir="/var/tmp"
    Praticamente segnaliamo di usare, per la cache, la cartella che avevamo spostato nella RAM con la precedente modifica di fstab (punto 1). Basterà aprire Chromium con quel lanciatore perché la nostra navigazione finisca sulla RAM.

Dopo il riavvio potrete usare il vostro disco allo stato solido più spensierati, ma considerato i tempi con cui si cambiano computer o componenti oggi, anche senza alcuna modifica il vostro disco allo stato solido non farebbe in tempo ad usurarsi.
Gli accorgimenti adottati dovrebbero comunque migliorare il livello delle prestazioni e mantenerle più costanti nel passare dei mesi.

Migliorare risparmio energetico su Ubuntu 12.10 o superiori

È ormai noto che Ubuntu, e Linux in generale, sui notebook non riesce praticamente mai a eguagliare la durata nell'uso a batteria che si ottiene col sistema operativo installato di default che nella maggioranza dei casi è Windows o Mac OS. Sì può, però, fare qualche configurazione per migliorare il risparmio energetico anche su Linux e quindi aumentare l'autonomia del portatile.
Quella che segue è la procedura testata su Ubuntu 12.10 con PowerTop 2.1, non va bene per vecchie versioni di Ubuntu.

Da terminale:
sudo apt-get install powertop 

Chiudere tutte le applicazioni aperte, aspettare qualche secondo in modo tale che il computer vada in idle, quindi dare il comando:
sudo powertop --html 

Attendere che finisca (circa 20 secondi ) e recarsi dentro la cartella home, aprire il file "PowerTOP.html" con Firefox o Chromium.

Ci si trova davanti un "mini sito" che riassume l'indagine svolta da Powertop.

Recarsi nel tab Tuning. Comparirà qualcosa di questo tipo:



powertop



Lasciare la finestra aperta e tornare sul terminale per creare il file che conterrà tutti i comandi utili ad attivare i vari trucchi per il risparmio energetico. Quindi da terminale:
sudo gedit /usr/local/bin/startpowersafe.sh 

Ora si deve copiare la lista di comandi consigliati sulla destra della schermata coi Tuning (vedi immagine sopra) su questo nuovo file, otterrete qualcosa simile a:



ubuntu-risparmio-energetico



Salvare, chiudere e dal terminale rendere eseguibile il file con:
sudo chmod +x /usr/local/bin/startpowersafe.sh

Per far in modo che venga eseguito ad ogni avvio bisogna aggiungere un richiamo, da terminale:

sudo gedit /etc/rc.local 
 
Sul file che si apre nella riga sopra a "exit0" inserire:

/usr/local/bin/startpowersafe.sh


Salvare e chiudere, dare:
sudo chmod +x /etc/rc.local


Al prossimo riavvio gli accorgimenti per far durare di più la batteria saranno attivati, oppure si può già renderli funzionali dando da terminale (per farvi un'idea sul beneficio guardate la durata della batteria stimata, prima e dopo il comando):
sudo /usr/local/bin/startpowersafe.sh


Dopo il riavvio, o dopo aver dato il comando precedente, si può rieseguire PowerTop [powertop -html], alla voce del tab Tuning non si dovrebbero più trovare consigliati gli stessi comandi della prima esecuzione, potrebbero però esserne consigliati di nuovi (a me è capitato), si tratterà semplicemente di modificare il file che abbiamo creato [sudo gedit /usr/local/bin/startpowersafe.sh] aggiungendo anche i nuovi comandi.