domenica 30 marzo 2014

HubiC nuovo servizio di cloud hosting che offre 25 GB di spazio web gratuiti e un client per Linux, Windows e Mac

HubiC è un'interessante servizio di cloud hosting che ci consente di avere 25 GB di spazio web gratuito oltre ad altre funzionalità compreso un client per desktop e device mobili.

HubiC in Ubuntu Linux
Sono molti gli utenti ed aziende che ogni giorno utilizzano servizi si cloud storage / hosting per poter salvare i propri file in uno spazio web per poi accederne da più pc device mobili. La maggior parte dei servizi di cloud hosting consentono anche di poter condividere i file e soprattutto sincronizzarli su più pc proprio come il nuovo HubiC.
HubiC è un servizio di cloud hosting realizzato da OVH, una nota azienda francese, che offre un servizio gratuito con il quale potremo avere 25 GB di spazio online nel quale possiamo salvare i nostri file preferiti. E' possibile accedere al nostro spazio web offerto da HuciC direttamente dal nostro browser oppure attraverso un client dedicato o applicazione mobile.

Il servizio gratuito di cloud hosting offerto da HubiC non include limitazioni, è possibile anche espandere lo spazio web a 100 GB al mese fino ad arrivare a 10 TB per 10 Euro al mese prezzi davvero molto competitivi. Da notare inoltre che HubiC offre a tutti gli utenti (sia free che a pagamento) una velocità massima in download di 10 Mbit inoltre è possibile inoltre caricare / scaricare file senza limiti di dimensione.

HubiC offre anche la possibilità di sincronizzare file e directory in più pc e device mobili grazie al client ufficiale disponibile per Windows, Mac, Linux e per device mobili Android e Apple iOS.
Il client per Linux è ancora in fase di sviluppo e attualmente richiede la gestione / configurazione solo da riga di comando a breve comunque dovrebbe arrivare anche un'interfaccia grafica che ci facilita l'accesso e configurazioni varie. In questa pagina troverete la guida come installare / configurare il client HubiC per Linux (grazie a Marco Mornati per la segnalazione)

Home HubiC

I 13 migliori add.on per Firefox del 2013 secondo Mozilla

Mozilla ha rilasciato un'interessante classifica dei 13 migliori add.on per Firefox del 2013...

13 migliori add.on per Firefox del 2013 secondo Mozilla
Mozilla Firefox è stato uno dei primi browser al mondo a puntare sulla personalizzazione e l'integrazione di nuove funzionalità tramite add.on di terze parti.
Tramite gli add.on è possibile personalizzare il browser open source conforme la nostre preferenze integrando anche nuove ed utili funzionalità che ci consentono ad esempio di condividere news, mantenere la nostra privacy e molto altro ancora.
Mozilla ha recentemente rilasciato la classifica dei 13 migliori add.on del 2013, tenendo conto sia dei download che lo sviluppo e supporto dei vari add.on.

Ecco quindi i 13 migliori add.on del 2013 scelti da Mozilla:

1- URL Link: utile estensione per Firefox e Thunderbird che ci consente di selezionare un url non cliccabile in un messaggio di posta elettronica o in pagina web e aprirlo in una finestra del browser.

2- Click and Clean: utile estensione che ci consente di cancellare la cronologia di navigazione, i file temporanei, cronologia dei download e altro ancora con un click.

3- Clear Console estensione con la quale è possibile eliminare cronologia, cookie, ecc con un click

4- Self-Destructing Cookies: componente aggiuntivo che ci consente di eliminare i cookie da qualsiasi sito automaticamente quando si chiude la finestra o scheda

5- New Tab Plus:  utile add.on con il quale è possibile personalizzare la nuova scheda inserendo i nostri siti preferiti il tutto attraverso un'utile interfaccia web HTML5 personalizzabile.

6- Video Resumer: utile add-on che ci consente di ripristinare la riproduzione di un video da YouTube dal punto dove eravamo rimasti prima della chiusura.

7- Reload Plus: add-on che aggiunge nuove opzioni al tasto per riavviare la pagina web / scheda

8- Stylish:  add-on che consente di installare facilmente temi e skin per Google, Facebook, YouTube, Orkut, e molti altri siti.

9- Fastest Search: utile add-on per velocizzare le ricerche all'interno di una pagina web

10- Google/Yandex Search Link Fix: estensione che impedisce a Google Search di modificare i collegamenti di risultati quando si fa clic su di essi

11- Google Translator:  add-on per tradurre il del testo selezionato, una frase o l'intera pagina Web in più di 50 lingue attraverso il servizio web Google Translator

12- BluHell Firewall: add-ons per il blocco degli annunci pubblicitari

13- X-notifier: utilissima estensione che ci consente di ricevere notifiche su nuove email da leggere da più account Gmail, Hotmail, Yahoo! ecc.

Per maggiori informazioni potete consultare la classifica direttamente dal blog ufficiale Mozilla.

slowmoVideo creare splendidi video Slow Motion con Linux

slowmoVideo è un'ottima applicazione per Linux che ci consente di creare splendidi video con effetto Slow Motion ossia al rallentatore con tanti d svariate opzioni.

slowmoVideo in Ubuntu Linux
Per chi non so sapesse la tecnica dello Slow Motion consiste nel "rallentare" la riproduzione di un movimento alla velocità molto più lenta del reale. Questa tecnica divenne famosa anche nel cinema con film ormai diventati veri e propri cult come ad esempio "The Matrix". Per utilizzare l'effetto Slow Motion aziende e professionisti utilizzano costose e avanzate telecamere (denominate "Hight Speed Camera") in grado di fissare una moltissimi di fotogrammi al secondo in più rispetto alle "normali" telecamere da 24-30 fps ( fotogrammi per secondo). Per creare semplici Slow Motion da "normali" video è possibile utilizzare slowmoVideo applicazione open source disponibile anche per Ubuntu e derivate grazie ai PPA dedicati.

slowmoVideo è un programma, disponibile per Linux e Microsoft Windows, che ci consente di creare video in tecnica Slow Motion partendo da un "normale" video. Tra le principali caratteristiche di slowmoVideo troviamo la possibilità non sono di rallentare il video fino a 0.01× ma anche velocizzarlo 'con tanto di effetto blur (sfocatura) in modo da renderlo molto più coinvolgente.
Basato su FFMpeg, slowmoVideo  supporta i più diffusi formati di video (anche in alta definizione 1080p) con la possibilità di includere sequenze di immagini in modo tale da creare il famoso effetto time-lapse.
L'interfaccia grafica di SlowmoVideo ci consente di creare accelerazione e decelerazioni del video in maniera semplice e molto intuitiva, una volta creato il nostro video possiamo salvarlo nei più diffusi formati pronto da essere condiviso con amici o sul web oppure riprodotto su pc, tv ecc.

slowmoVideo preferenze


slowmoVideo è disponibile per Ubuntu e derivate grazie ai PPA dedicati basta digitare da terminale:
sudo add-apt-repository ppa:brousselle/slowmovideo
sudo apt-get update
sudo apt-get install slowmovideo ffmpeg
slowmoVideo lo possiamo installare anche su Arch Linux via AUR, in questa pagina troverete i sorgenti e l'installer per Microsoft Windows

Firefox: due utili addon per riprodurre i video di YouTube in HTML5

Vi presentiamo due interessanti add.on per Mozilla Firefox grazie ai quali potremo visualizzare i video in HTML5 senza utilizzare Adobe Flash Plugin.

YouTube HTML5 Video
Sono ancora molti i siti che utilizzano tecnologie proprietarie per la riproduzione di contenuti multimediali. Per poter riprodurre contenuti in Flash siamo attualmente costretti ad utilizzare plugin proprietari nel nostro browser a meno che non installiamo alternative libere come ad esempio Lightspark e Gnash oppure il nuovo progetto sviluppato da Mozilla e denominato Shumway. Google già da diverso tempo ci consente di riprodurre i video da YouTube in HTML5 in maniera tale da non dover più richiedere l'utilizzo di alcun plugin di terze parti. E' possibile attivare il video player HTML5 di YouTube con molta facilità basta collegarci alla pagina dedicata del portale anche se attualmente non sono supportati tutti i video inclusi nel portale. E' possibile riprodurre i video di YouTube in HTML5 in Mozilla Firefox possiamo utilizzare due utili add-on in grado di supportare tutti i video aggiungendo anche utili funzionalità.

YouTube to HTML5 è un'add-on grazie al quale potremo riprodurre i video con la tecnologia open source senza doverla attivare dalla pagina dedicata, inoltre ci consente di cancellare i cookie dopo aver chiuso Firefox, in maniera tale da mantenere la nostra pricacy.

YouTube HTML5 Video

YouTube ALL HTML5 aggiunge utili opzioni al nostro Firefox, è possibile ad esempio forzare la riproduzione dei video in HTML5, l'add-on inoltre include utili opzioni che ci consentono ad esempio di modificare le le dimensioni del player video, è possibile ad esempio disattivare il Flash solo su YouTube consentendo la riproduzione dei video in Flash sui vari siti, potremo inoltre disattivare YouTube SPF (funzionalità attiva di default).

Personalmente vi consiglio YouTube ALL HTML5 dato che include svariate opzioni oltre a supportare la riproduzione dei video in HTML5 anche dai siti, blog, forum ecc. Ricordo che i due add.on supportano Firefox per Linux, Microsoft Windows e Mac OS X.

- YouTube to HTML5
- YouTube ALL HTML5

Attivare Trim su SSD in Ubuntu Linux e derivate

In questa semplice guida vedremo come attivare Trim nelle nostre SSD con installato Ubuntu Linux o una derivata

Trim su SSD in Ubuntu Linux e derivate
Le SSD o Unità a Stato Solido sono presenti ormai in molti nuovi personal computer, molti utenti utilizzando le SSD per velocizzare il proprio sistema (visto anche il costo ormai molto abbordabile) incidendo non solo sulle performance ma anche nell'autonomia dei pc portatili.
Tra le novità incluse in Ubuntu 14.04 Trusty LTS troviamo l'attivazione di default di Trim su SSD grazie al quale gli utenti che utilizzano un'unità a stato solido noteranno una maggiore velocità di scrittura, oltre ad aumentare la durata dalla SSD. Supportata dal gran parte delle SSD attualmente presenti sul mercato, TRIM è un'utile tool che consente al sistema operativo di dire all'unità quali pagine di memoria non sono più necessarie, cosi poterle cancellarle (se opportuno).

In questa guida vedremo come attivare Trim su SSD in Ubuntu o una derivata (compreso anche Linux Mint ed elementary OS), prima di procedere all'attivazione dovremo però verificare che la nostra unità a stato solido supporti questa funzionalità per farlo basta digitare da terminale:
sudo fdisk -l
il comando ci darà l'elenco delle partizioni e dei dischi presenti sul pc, questi ultimi avranno un nome del tipo sdx (ad esempio: sda, sdb, sdc..), una volta individuato il nome della nostra SSD (esempio sda) dovremo digitare:
sudo hdparm -I /dev/sdxx
dove al posto di sdxx dovremo inserire il nome della nostra SSD per sda dovremo digitare:
sudo hdparm -I /dev/sda
se supportata dovremo avere come risultato "Data Set Management TRIM supported" come da immagine sotto

TRIM supported

Attenzione: Trim supporta solo Ext4 e Btrfs non funziona ad esempio con Ext3 o altro file system

Una volta verificato per abilitare Trim sulla nostra SSD dovremo operare sul file /etc/fstab per prima cosa ci facciamo un backup del file in modo tale da poterlo ripristinare in un secondo momento per farlo basta digitare:
sudo cp /etc/fstab /opt/fstab.back
a questo punto avviamo /etc/fstab con nano digitando:
sudo nano /etc/fstab
avremo ad esempio come risultato:
UUID=1cd2fc4f-7d99-4c7a-8ea7-6f9a2d5e5960 /   ext4 errors=remount-ro 0
aggiungiamo discard, prima di errors=remount-ro (o noatime,errors=remount-ro 0) il risultato sarà
UUID=1cd2fc4f-7d99-4c7a-8ea7-6f9a2d5e5960 /   ext4 discard,errors=remount-ro 0
salviamo con ctrl + x e poi s e riavviamo
al riavvio avremo Trim attivo sulla nostra SSD.

Per ripristinare come da default basta digitare da terminale:
sudo cp /opt/fstab.back /etc/fstab 
e riavviamo.

In alternativa possiamo attivare Trim in Ubuntu via Cron per farlo basta digitare da terminale
sudo fstrim -v /
dovremo avere un risultato simile a
/: 87781876 bytes were trimmed
a questo punto digitiamo da terminale:
sudo nano /etc/cron.daily/trim
e inseriamo:
#!/bin/sh
LOG=/var/log/trim.log
echo “*** $(date -R) ***” >> $LOG
fstrim -v / >> $LOG
fstrim -v /home >> $LOG
e rendiamo eseguibile il file appena creato digitando:
sudo chmod +x /etc/cron.daily/trim
e riavviamo, al riavvio avremo Trim attivo sulla nostra SSD.

Per ripristinare come come da default basta digitare da terminale:
sudo rm /etc/cron.daily/trim
e riavviamo

Per maggiori informazioni su Trim su SSD in Ubuntu Linux e derivate consiglio di consultare la pagina dedicata dal wiki di Ubuntu.

Per attivare Trim in Arch Linux e derivate basta consultare la pagina dedicata dal Wiki ufficiale.

ImageWriter per Linux? Ci pensa Manjaro Linux con il tool isousb

Il tool isousb sviluppato da Manjaro Linux grazie al quale potremo estrarre il contenuto di  un'immagine ISO o IMG all'interno di una pendrive.

Manjaro Linux
L'arrivo delle pendrive e memorie flash ha praticamente mandando in pensione i supporti ottici come cd e dvd a tal punto che gran parte dei nuovi personal computer non dispone di alcun masterizzatore. Per poter installare una distribuzione Linux basta quindi aver una pendrive nella quale dovremo estrarre la nostra immagine .iso o img scaricata in precedenza, per far questa operazione possiamo utilizzare il terminale Linux con il comando DD oppure utilizzando svariate applicazione dedicate come ad esempio la famosa UNetbootin la quale però non supporta alcune distribuzioni tra queste anche alcune derivate di Arch Linux. A creare un tool in grado di supportare tutte le distribuzioni ci pensa il team Manjaro Linux con il nuovo isousb.

isousb è un semplicissimo tools open source che ci consente di estrarre correttamente un'immagine ISO o IMG all'interno di una pendrive rendendola avviabile da boot.
L'idea degli sviluppatori Manjaro è quella di creare una versione per Linux del famoso tool Image Writer o Win32 Disk Imager, sviluppato in Launchpad e disponibile però solo per Microsoft Windows.

Utilizzare isousb è semplicissimo una volta avviato il tool ci verrà chiesto di scegliere l'immagine ISO o IMG da utilizzare, successivamente dovremo scegliere la pendrive dalla quale estrarre il file immagine, una volta terminato il processo avremo la nostra pendrive avviabile pronta per essere avviata al boot.
L'applicazione automaticamente formatterà la pendrive e rimuoverà eventuali partizioni in essa contenute velocizzando quindo il processo di copia dell'immagine ISO.

isousb

Possiamo utilizzare isousb di Manjaro in qualsiasi distribuzione basta che sia installato Zenity per verificarlo ad esempio in Ubuntu, Debian e derivate basta digitare:
sudo apt-get install zenity
a questo punto siamo pronti ad "installare" isousb con tanto di collegamento nel menu digitando:
wget https://dl.dropboxusercontent.com/u/209784349/mix/isousb
wget https://dl.dropboxusercontent.com/u/209784349/mix/isousb.desktop
sudo mv isousb /usr/bin/isousb
sudo chmod +x /usr/bin/isousb
sudo mv isousb.desktop /usr/share/applications/isousb.desktop
e averemo installato isousb nella nostra distribuzione.
Per rimuoverlo basta digitare:
sudo rm /usr/share/applications/isousb.desktop
sudo rm /usr/bin/isousb
isousb è disponibile anche per Arch Linux attraverso AUR.

Home isousb

Installare i Samsung Unified Linux Driver Repository in Ubuntu, Debian e derivate

Come installare i driver per stampanti e scanner Samsung grazie ai repository Samsung Unified Linux Driver.

Samsung Unified Linux Driver in Ubuntu
In Ubuntu e nelle principali distribuzioni Linux troviamo di default il gestore di stampa CUPS (Common UNIX Printing System) con il quale (attraverso una raccolta di driver open source) potremo configurare la nostra stampante utilizzando software e driver liberi.
I driver Gutenprint forniscono il supporto per molti modelli di stampanti prodotte da Brother, Canon, Epson, HP, Kyocera, Lexmark, Ricoh ecc (in questa pagina troverete l'elenco completo delle stampanti supportate) i quali  però per alcune stampanti non forniscono un completo supporto (esempio con risoluzioni ridotte, colori non corretti ecc). Se abbiamo una stampante Canon possiamo installare i driver proprietari seguendo questa guida, per le stampanti HP basta installare HP Linux Imaging and Printing (HPLIP) se abbiamo invece una stampante o scanner Samsung possiamo utilizzare i driver inclusi nei repository Samsung Unified Linux Driver.

Samsung Unified Linux Driver sono dei repository in grado di offrire un completo supporto per stampanti e scanner (sia USB che Wireless) in Ubuntu, Debian e derivate.
Basta includere i repository ed installare i vari driver per poter far funzionare correttamente la nostra stampante e scanner Samsung in Linux (in questa pagina troverete le stampanti supportate).
Essendo driver proprietari avremo il supporto come Microsoft Windows con il supporto per le varie funzionalità incluse nella stampante (esempio fronte / retro automatica, pulizia testine ecc).

Per installare i driver per stampanti e scanner Samsung in Ubuntu, Debian e derivate (compreso Linux Mint ed elementary OS) basta digitare da terminale:
sudo nano /etc/apt/sources.list
e aggiungiamo:
deb http://www.bchemnet.com/suldr/ debian extra
e clicchiamo su ctrl+x e poi s per salvare
successivamente inseriamo le key d'autentificazione digitando sempre da terminale:
wget http://www.bchemnet.com/suldr/suldr.gpg
sudo apt-key add suldr.gpg
non ci resta che aggiornare i repository ed installare i driver per stampanti e scanner Samsung digitando:
sudo apt-get update
sudo apt-get install samsungmfp-data samsungmfp-driver samsungmfp-network samsungmfp-scanner samsungmfp-configurator-data samsungmfp-configurator-qt4 libsane-extras
al termine dell'installazione basta avviare il gestore di stampa o software per lo scanner e configuriamo la nostra stampante o scanner Samsung.
Possiamo avviare il tool Unified Driver Configurator dal quale possiamo gestire la nostra stampante o multifunzione Samsung da una semplice interfaccia grafica Qt (ben supportata da qualsiasi ambiente desktop Linux).

Samsung Unified Linux Driver in Ubuntu

Può capitare che il nostro scanner di una multifunzione Samsung non sia riconosciuto, basta digitare da terminale:
sudo usermod -G lp -a USERNAME
dove al posto di USERNAME dovremo inserire il nostro username e riavviamo la nostra distribuzione.
Al riavvio avviamo il terminale e digitiamo:
sudo /opt/Samsung/mfp/bin/netdiscovery --all --scanner
dovremo avere un risultato simile a questo:
# Network printers discovery utility 
# Legend: ip: address slp: detected,ipp,lpr,raw_tcp snmp: detected,devtype,description 
ip: 192.1xx.x.xx slp: 0,0,0,0 snmp: 0,0,0 dsc: "Samsung Samsung xxxx" 
# Total 1 scanners found, 5s elapsed
Ringrazio la nostra lettrice Elena L.P. per aver testato la guida e fornito le immagini dell'articolo.

Home Samsung Unified Linux Driver Repository

Voyager 7 Debian Wheezy, XFCE stabile e ultra personalizzabile!

Dal team francese Voyager arriva la distribuzione basata su Debian 7 Wheezy con incluse tantissime personalizzazioni e ottimizzazioni varie.

Voyager 7 Debian Wheezy
Da alcuni anni ormai seguiamo gli sviluppi del progetto Voyager, una distribuzione basata su Xubuntu che non una semplice derivata con sfondi, tema e tante app dato che introdotti troviamo moltissimi tool dedicati, conky ed ottimizzazioni ecc che rendono l'ambiente XFCE davvero incredibile.
Da pochi giorni è disponibile Voyager 7 Debian Wheezy, nuovo progetto (ancora in fase di sviluppo) che punta a portare tutte le personalizzazioni ed ottimizzazioni della versione per Xubuntu anche nel sistema operativo universale.

Voyager 7 Debian Wheezy si basa quindi su XFCE nella versione 4.8 (di default nei repository ufficiali) con LightDM come display manager, nella distribuzione troviamo però incluso il gestore grafico dei driver che ci consente di installare facilmente driver proprietari all'interno della distribuzione. Tra le applicazioni di default troviamo Whisker Menu e la dockbar Plank (di default in elementary OS), presenti anche alcuni tool a riga di comandi come il file manager Ranger, il monitor di sistema Glances e Speedometer per monitorare al nostra connessione.

Tra i tool troviamo anche Conky Control utile software che ci consente di avviare, gestire e personalizzare moltissimi temi conky che possiamo diversificare per ogni spazio di lavoro. In Voyager 7 Debian Wheezy avremo in ogni spazio di lavoro uno sfondo e tema conky dedicato, il tutto con un nuovo tema e set d'icone sviluppato dal team Vojager. Da notare Login Wall che ci consente di aver uno sfondo diverso ad ogni sessione, il tool include anche il supporto per LightDM, tra le applicazioni preinstallate troviamo Iceweasel, Youtube Viewer, Clementine e Covergloobus utile widget completamente personalizzabile che ci consente di alla gestione il player audio, visualizzare la cover ecc.

Voyager 7 Debian Wheezy

Voyager 7 Debian Wheezy è un nuovo progetto ancora in fase di sviluppo, attualmente è disponibile solo nella versione 64 bit, da live ci verrà chiesto di inserire come username: user e password: live .

Per maggiori informazioni e per scaricare Voyager 7 Debian Wheezy basta accedere alla pagina dedicata del portale Voyager Live.

Ringrazio il nostro lettore San-Claudio per la segnalazione

I developer stanno già lavorando anche sulla futura Live VOYAGER 14.04 LTS, ecco il video dedicato all'attuale versione in fase di sviluppo:


Home Voyager

Real Time Interactive IP LAN Monitoring with IPTraf Tool

There are number of monitoring tools available. Moreover, i came across a IPTraf monitoring tool which i find very useful and it’s a simple tool to monitor Inbound and Outbound network traffic passing through interface.
Install IPTraf Network Monitoring
Install IPTraf LAN Monitoring
IPTraf is an ncurses-based IP LAN monitoring tool (text-based) wherein we can monitor various connections like TCP, UDP, ICMP, non-IP counts and also Ethernet load information etc.
This article guides you on how to install IPTraf monitoring tool using YUM command.

Installing IPTraf

IPTraf is part of the Linux distribution and can be installed on RHEL, CentOS and Fedora server’s using yum command from terminal.
# yum install iptraf
Under Ubuntu, iptraf can be installed using Ubuntu Software Center or ‘apt-get’ method. For example, use the ‘apt-get‘ command to install it.
$ sudo apt-get install iptraf
IPTraf Usage
Once IPTraf installed, run the following command from the terminal to launch an ascii based menu interface that will allow you to view current IP traffic monitoring, General interface statistics, Detailed interface statistics, Statistical breakdowns, Filters and also provide some configure options where you can configure as per your need.
[root@tecmint ~]# iptraf
Start IPTraf
IPTraf Startup Screen
The iptraf interactive screen, displays a menu system with different options to choose from. Here are the some screenshots that shows real time IP traffic counts and interface statistics etc.
IPTraf System Menu
IPTraf System Menu
IP traffic monitor
IP Traffic Monitor
IP Traffic Monitor
General interface statistics
IPTraf General interface statistics
IPTraf General interface statistics
Detailed interface statistics
IPTraf Detailed interface statistics
IPTraf Detailed interface statistics
Statistical breakdowns
IPTraf Statistical breakdowns
IPTraf Statistical breakdowns
LAN station monitor
IPTraf LAN station monitor
IPTraf LAN station monitor
Configure
IPTraf Configure
IPTraf Configure
IPTraf Options
Using “iptraf -i” will immediately start the IP traffic monitor on a particular interface. For example, the following command will start the IP traffic on interface eth0. This is the primary interface card that attached to your system. Else you can also monitor all your network interface traffic using argument as “iptraf -i all“.
# iptraf -i eth0
IPTraf Eth0 Monitoring
IPTraf Eth0 Monitoring
Similarly, you can also monitor TCP/UDP traffic on a specific interface, using the following command.
# iptraf -s eth0
IPTraf TCP/UDP Monitoring
IPTraf TCP/UDP Monitoring
If you want to know more options and how to use them, check iptraf ‘man page‘ or use the command as ‘iptraf -help‘ for more parameters. Fore more information visit the official project page.

Fonte

Come ripristinare Ubuntu se non si avvia più (CD o USB)

Non è impossibile che tramite un aggiornamento o qualche installazione errata Ubuntu non si avvii più, ma per fortuna c’è la soluzione e l’unico requisito è avere il CD live (o chiavetta USB) per avviare una sezione di prova e riparare l’avvio.
Se non sai come creare un CD/USB live di Ubuntu, puoi leggere la nostra guida
Dunque non resta che avviare la live e procedere nel ripristinare Ubuntu

Ripristino Ubuntu da Live

La prima cosa da fare è trovare la partizione (sda) in cui è stato installato Ubuntu. Di solito questa è sda1, ma per esempio in un dualboot con Windows (dove ovviamente è stato installato per primo quest’ultimo) la partizione non sarà più sda1. Quindi digitiamo nel terminale
sudo fdisk -l
per capire qual è la partizione ‘/‘, ovvero l’avvio di Ubuntu
fdisk-l-ripristinare-ubuntu
Nel mio caso le partizioni relative a Ubuntu sono sda5 sda6 e sda7, ma qual è quella di avvio? Escludiamo subito sda6 che, come vediamo chiaramente, è l’area di swap e verifichiamo le altre due, le quali sono ‘/’ e ‘/home’. Per farlo, dobbiamo montarle e utilizzare il file manager per trovare la partizione. Diamo quindi da terminale
$ sudo mount PARTIZIONE /mnt
dove PARTZIONE sta per (sempre nel mio caso) sda5 o sda7. Nel terminale dovrà essere inserita interamente, cioè
$ sudo mount /dev/sda5 /mnt
a questo punto apriamo il file manager e rechiamoci nella cartella /mnt e come potete vedere ho montato la partizione /home
mount-ubuntu
provo quindi a montare sda 7, che per esclusione deve essere il root e, difatti, ecco il contenuto della cartella
mount-root
adesso possiamo procedere col ripristino. Continuo coi comandi, considerando che la vostra partizione è già montata
$ for i in /sys /proc /run /dev; do sudo mount --bind "$i" "/mnt$i"; done
$ sudo cp /etc/resolv.conf /mnt/etc/
$ sudo chroot /mnt
$ apt-get update
$ apt-get upgrade
Dopo questo procedimento, il sistema funzionerà di nuovo. Se però il problema è stato causato dai repository proposti (quelli per sviluppatori, sconsigliati per l’uso giornaliero normale di Ubuntu) è necessario effettuare il downgrade dei pacchetti, in questo caso leggi la guida al downgrade dei pacchetti ad una versione stabile.

The Complete Guide to Solid-State Drives

The Complete Guide to Solid-State DrivesExpand
Adding a solid-state drive (SSD) to your computer is simply the best upgrade at your disposal, capable of speeding up your computer in ways you hadn't thought possible. But as with any new technology, there's plenty to learn. Here's everything you should know about your SSD, whether you're interested in upgrading or just like to know the ins and outs of your hardware.
Blast from the past is a new weekly feature at Lifehacker, in which we revive old, but still relevant, posts for your reading and hacking pleasure. This week, we're updating our complete guide to solid-state drives, making it easier than ever to find everything you need to know about the best upgrade you can make.

What Is a Solid-State Drive (SSD)?

The Complete Guide to Solid-State DrivesExpand
A solid-state drive (SSD) is a data storage device for your computer. In everyday use, it provides the same functionality as a traditional hard disk drive (HDD)—the standard for computer storage for many years. In fact, you wouldn't even know whether you're using an SSD or HDD if it wasn't for the differences in how they operate. HDDs store their data on spinning metal platters, and whenever your computer wants to access some of that data a little needle-like component (called the "head") moves to the data's position and provides it to the computer. Writing data to a HDD works in a similar fashion, where parts are constantly moving. SSDs, on the other hand, don't move at all. They store their data in blocks. When the computer wants some of that data, the SSD just says "okay, here it is." This is a simplified explanation, of course, but you might have noticed that the SSD's process seems a bit more direct and efficient. It is, and speed is the primary advantage of an SSD over a traditional HDD. This makes an SSD the single best upgrade for your computer if you're looking for a way to make it operate faster.
A new SSD can speed up your computer in several ways:
  • Boot times will be significantly reduced.
  • Launching applications will occur in a near-instant.
  • Saving and opening documents won't lag.
  • File copying and duplication speeds will improve.
  • Overall, your system will feel much snappier.
SSDs have their downsides, however. For starters, an SSD won't hold as much data per dollar as an HDD. For the same $100, you could buy either a 120GB SSD or a 2TB HDD. That means you're paying around 83 cents for every gigabyte on an SSD versus five cents for every gigabyte on your HDD. That's a huge difference in cost, and the gap only grows as you compare larger drives. Luckily, it's not an all or nothing proposition. In the days of cloud storage and streaming media, SSDs provide plenty of space for most people. For those who need more storage than is affordable with an SSD, SSDs and HDDs can coexist on the same system (and we'll discuss those in depth a bit later), so you can enjoy the speed benefits of an SSD without sacrificing on storage.
In this post, we're going to walk you through everything you need to know about getting started with your first solid-state drive, from buying the one that suits you best to getting it set up and running most efficiently in your computer. We'll even take a look at a few advanced techniques for those of you who are ready to do even more with your super-fast storage device.

How to Choose the Right SSD

Choosing the right solid-state drive for you isn't difficult, but the process can be a little overwhelming with so many brands available. In this section, we'll show you what you want to look for when choosing a drive and offer up a few recommendations that have worked well for us.
All SSDs are fast, and will feel like a great upgrade from a HDD, but when you're spending significantly more money on a drive that provides less storage you want it to be one of the best. You also want a reliably piece of hardware, and these are both fairly hard to gauge if you have little experience with the technology. Here are the qualities you want to look for in an SSD when you're shopping around:
The Complete Guide to Solid-State DrivesExpand
  • High maximum speeds: Max read speeds are around 400MB/second, and max write speeds are around 300MB/sec (note: that's megabytes per second). These numbers do not have to be exact. A little faster or slower won't make a significant difference.
  • Good real-world speeds: The SSD manufacturers generally will not provide real-world read and write speeds, as they're guaranteed to be slower than the maximums. Fortunately, many online reviews contain speed test results. On Amazon, you can often find users who've posted screenshots of their test results (here's an example). Seeing this data can often be discouraging because the real-world rates are quite a bit lower. If the test results reveal read and write speeds of about 2/3 of the maximum (in the sequential and 512KB block tests) you're good to go. If you apply this to our maximum speeds above, that comes out to read speeds of about 265MB/sec and write speeds of about 200MB/sec. If you want to figure out if a more expensive SSD is worth the money, its real-world test speeds will be higher than 2/3 of its reported maximum capabilities.
  • Multi-Level Cell (MLC) NAND flash memory: When shopping for SSDs, you'll run into two kind of memory: multi-level cell (MLC) and single-level cell (SLC). The primary difference is that MLC memory can store more information on each cell. The advantage here is that it is cheaper to produce, and SLC is often cost-prohibitive for the average consumer. The downside is a higher rate of error, but an SSD with error-correcting code (we'll discuss this momentarily) can help prevent these problems. (You can read more about MLC here.)
  • SATA III Support: Most SSDs use the Serial ATA (SATA) interface, but not all use the latest version and this can limit the performance of your SSD. This is because SATA I can transfer data at 1.5 Gbps, SATA II at 3.0 Gbps, and SATA III at 6 Gbps. To ensure your SSD has enough bandwidth to transfer data as quickly as possible, you want it to be compatible with SATA III. You'll also want to make sure your computer is SATA III compatible as well. If not, SATA III-capable drives will still work as all versions of SATA are backwards-compatible. Just know that you may not get the most out of your SSD if your computer doesn't support the most recent SATA specification.
  • ECC memory: Error-correcting code (ECC) memory does what the name implies: it provides your SSD with the ability to detect and correct common types of data corruption so you don't end up with unusable data on your drive. An SSD with ECC memory is more reliable. (You can read more about ECC memory here.)
  • A history of reliability: Reliability is a very hard thing to gauge, but there are a few tricks you can employ to get a good idea. First, look for an SSD that is made by a manufacturer who has been in the business for a while (I like OCZ and Crucial). The technology is fairly new, so you don't want to go with just any company who has recently decided to jump on the solid-state bandwagon. Additionally, look at the rating each SSD receives in online shopping reviews. If it is rated a 3.5 out of 5.0 or higher, this is often points to a reliable drive. When the ratings are lower, you may want to look elsewhere. Even reliable companies make unreliable SSDs sometimes, so keep an eye on reviews to avoid buying a lemon.
Which SSDs meet these criteria? This changes over time, so we're going to defer to our friends at the Wirecutter, who will keep their SSD buying guide up to date as things change. It's not an end-all-be-all suggestion, so if you want to shop around and weigh your options, keeping the criteria mentioned in this section in mind will help you find a good, reliable drive.

How to Install Your SSD

Installing your SSD will be different depending on your computer, so we highly recommend looking up a guide for your specific model of laptop or desktop. That said, if you have a desktop, our guide on building a computer should at least steer you in the right direction.
More important is figuring out where all your data will go. Most HDD owners are accustomed to having at least 500GB of storage, if not upwards of 2TB. Downsizing to 120GB or 240GB—the most affordable and popular SSD sizes—can be a tough job. If you're using a desktop, you can use your SSD for your operating system and another hard drive for your data. If you're using a laptop, you can either try to fit everything on the SSD, or use an external drive for the data that won't fit (like music and movies).
Once you've figured out a plan, it's time to actually switch to the SSD. Here are your two options for doing so:

Option One: Start Fresh and Copy the Essentials

The Complete Guide to Solid-State DrivesExpand
When upgrading to an SSD, the most obvious option is starting fresh with a new install of your operating system. While this might require a little more of your time, you'll have everything configured perfectly when you're done. Here are the steps you need to follow:
  1. Install your operating system of choice on the new SSD.
  2. Copy the contents of your home folder from your previous HDD to your new SSD. If you can't fit everything, start with the essential system files and settings, then migrate the media you have room for.
  3. Go through the list of applications on your old HDD and install them on your new SSD. Run any updates, or save yourself some time by downloading the latest versions from their respective sources. Windows and Linux users can employ Ninite to get the latest versions of popular free software titles for their machines. OS X users can head to the Mac App Store to download the latest versions of their previous purchases.
  4. Copy any important documents (or other files) you have room for on your SSD.
  5. Put the old HDD in an external enclosure (like these), if you haven't already, and keep it handy for a month or two. This will help you see what files you use often and which ones you don't. If you find you're using something often, copy it to the SSD. If not, leave it on the external HDD for occasional access.
Again, this method requires more work but also handles the task of cleaning up your system at the same time. It may be more tedious, but it is an efficient way to solve two problems at once.

Option Two: Migrate Your Data from Your Old Hard Drive

The Complete Guide to Solid-State DrivesExpand
If you don't want to start with a fresh installation of your operating system, you can always migrate your OS (and other data) to your new SSD. Chances are, however, that you're not going to be able to fit everything. That means you're going to have to start deleting files on your main drive until it is small enough to fit on your SSD. Because you don't want to lose that data forever, start by making a backup of your drive. Once you have a complete backup, you're ready to get started.
Windows users can follow our SSD migration guide for the complete instructions. It comes across as a complex process, but shouldn't take too much time. You also won't have to reinstall Windows. Mac users can follow our MacBook SSD installation guide. While the guide focuses on installing an SSD in a MacBook Pro's optical disc drive bay, if you skip to the second half you'll find instructions on performing a data migration as well.

If You Don't Have a Second Hard Drive: Use an External Drive and the Cloud to Combat Storage Constraints

The Complete Guide to Solid-State DrivesExpand
Regardless of the size of your SSD, it's never going to beat the storage capacity of a HDD. If you don't have a secondary hard drive installed in your computer, you're going to need to store your excess data elsewhere. An external HDD and the cloud are two of the best ways to get around the storage limitations of your SSD.
Unless you have enormous collections, an SSD with a 240GB (or higher) capacity should be able house your operating system, documents, music, and photos without issue. It's when you get into the business of music creation, video editing, professional photography, and other work that produces large files will you regularly run into a storage ceiling. An external drive is often the easiest solution, so you'll want to pick up one with a large-enough capacity to suit your needs. If you're looking for a portable drive, the Seagate GoFlex series is worth a look as it not only works with USB 3.0, but can be connected to other ports like Firewire 800 and Thunderbolt by way of adapter. This also provides you with some assurance of compatibility with future technology.
When an external drive won't do the trick, and you really need to downsize your space-hungry media collection, the cloud can come to the rescue. Most of the best solutions come from Google because they're both simple and free. Google Play Music allows you to upload your entire audio collection, and doing so will allow you to delete any songs you rarely listen to (or at least move them to an archival hard drive) while still maintaining direct access to them from anywhere you have an internet connection. Picasa can do the same thing for your photos. (Personally, I prefer Flickr, but it isn't free.) When it comes to other data, you have plenty of options. Google Drive is great for various files, Simplenote for text, and Evernote for rich text and PDFs. It doesn't matter so much which services you use, but rather that you start making regular use of the cloud if you have heavy data needs that can't be adequately served by an external or secondary internal drive.

Optimize Your SSD for Optimal Performance

For the most part, there isn't much you have to do to optimize your SSD. It's already really fast and should do it's job without any adjustment. That said, you can achieve better performance and longevity with a few adjustments.

Enable TRIM

The Complete Guide to Solid-State DrivesExpand
The very first thing you should do after installing and setting up your SSD is enable TRIM. What is TRIM, exactly? Wikipedia offers a concise explanation:
TRIM is a command [that] allows an operating system to inform a solid-state drive (SSD) which blocks of data are no longer considered in use and can be wiped internally.
Basically, it prevents your SSD from being overused. Just like any component, SSDs have limited lifespans. TRIM helps keep your solid-state disk alive a bit longer, so you want to have it enabled if your drive supports it. Here are instructions on how to find out and enable TRIM in Windows and OS X.

Don't Defragment Your SSD

When data is stored on a drive, it often ends up in various parts that aren't all in the same place. This is called data fragmentation. It slows down HDDs because the drive's head needs to move from place to place to read all the little bits of information. This can be fixed using a process called defragmentation, which is built into recent versions of Windows (7 and higher) and OS X. Because the location of data on an SSD is pretty much irrelevant, as it can quickly access any of it regardless of where it is, defragging a SSD is not only unnecessary but bad for the drive as well. SSDs have a limited lifespan that's determined by how much they're used. While most will last as long as you'd ever need, defragmenting the disk involves reading and writing data unnecessarily and those actions will shorten your SSD's lifespan. OS X and Windows should know when you're using an SSD and turn off defragmenation automatically. That said, it's important to remember not to defragment your solid-state drive. It provides no real benefit and can shorten its life.
For more tricks on getting the most from your SSD, check out our guide to taking full advantage of its speed. Now that you have an SSD, certain things—like Hibernation—are much faster than they once were, and are really worth using.

You should now be well on your way to a better, faster computer with your solid-state drive. Most of us here at Lifehacker have been enjoying the benefits of SSDs for a few years now and can't imagine going back to a traditional hard drive. Despite the limitations and the cost, they're one of the best investments you can make. We hope you enjoy your SSD as much as we're enjoying ours!


Passare Ubuntu da Hard Disk a SSD

 Ubuntu da Hard Disk a SSD

Nei giorni scorsi abbiamo visto come è semplice passare Arch Linux da un normale hard disk in una SSD utilizzando l'installer di Arch Linux.
Alcuni lettori ci hanno chiesto se possibile fare tutto questo anche con Ubuntu, copiare l'intera distribuzione in un'altra partizione su SSD e ripristinare il boot correggendo fstab.
Incuriosito ho ripreso il mio nuovo SSD formattato e ho provato a passare al suo interno  Ubuntu 12.10 presente nel mio pc desktop "muletto".
Per far tutto questo ho deciso di utilizzare l'installer di Arch Linux per il semplice fatto che con genfstab ho già fstab corretto e funzionante senza doverlo riscrivere da nuovo (magari come spesso accade sbagliando qualche dato).
Passare Ubuntu da un normale hard disk a SSD è molto semplice, ecco come ho fatto:
Per prima cosa dobbiamo collegare SSD al pc mantenendo collegato anche l'hard disk con Ubuntu e avviamo dal boot l'installer di Arch Linux.
Una volta avviato impostiamo la tastiera italiana digitando:

loadkeys it

fatto questo digitiamo

fdisk -l

per verificare come viene riconosciuto il nuovo SSD dal sistema (nel mio vaso sdc)
fatto questo creiamo una partizione di root e una di swap con cfdisk basta digitare:

cfdisk /dev/sdc

nel mio caso ho creato una partizione da 30 Gb di Root (sdc1) e una da 2 Gb di Swap (sdc2)

una volta create le 2 partizioni dovremo formattarle digitando:

mkfs.ext4 /dev/sdc1
mkswap /dev/sdc2

a questo possiamo copiare Ubuntu nel SSD digitando:

dd if=/dev/sda1 of=/dev/sdc1

al termine dovremo ricreare il fstab e aggiornare il grub altrimenti non potrà avviarsi per far tutto questo basta montare la nuova partizione con Ubuntu e la swap:

mount /dev/sdc1 /mnt
swapon /dev/sdc2

e generiamo un nuovo Fstab (importante) digitando:

genfstab -U -p /mnt | sed 's/rw,relatime,data=ordered/defaults,relatime/' >> /mnt/etc/fstab

ed entriamo nel nuovo sistema operativo utilizzando Chroot digitando:

arch-chroot /mnt

e aggiorniamo il boot digitando:

update-grub

al termine digitiamo exit e riavviamo.
Al boot accediamo dalla nuova partizione sdc e dovremo avere Ubuntu su SSD veloce e scattante.

Aptik utile applicazione per effettuare il backup e ripristinare PPA, Software, pacchetti e Temi in Ubuntu Linux

Vi presentiamo Aptik semplice e soprattutto utile applicazione che ci consente di effettuare il backup e ripristinare temi, PPA, applicazioni e pacchetti in Ubuntu Linux.

Aptik in Ubuntu Linux
Nei repository ufficiali di Ubuntu troviamo diverse applicazioni dedicate al backup e ripristino di file, directory e dell'intero sistema operativo, software molto utili che ci consentono di ripristinare il nostro sistema oppure mantenere al sicuro i nostri dati più importanti.
Da oggi è possibile anche salvare non solo file e cartelle ma anche i nostri pacchetti, temi, ppa ecc con estrema facilità grazie all'applicazione
Aptik è una nuova applicazione open source sviluppata dal team TeeJee Tech (famoso per lo sviluppo di TimeShift, Selene e Conky Manager) che ci consente di effettuare il backup e ripristino dei nostri PPA, temi icone, software ecc con pochi e semplici click.

Attraverso Aptik potremo salvare tutti o solo alcuni dei nostri PPA e repostiory di terze parti, salvare tutti i pacchetti degli aggiornamenti ed applicazioni (APT Cache), effettuare il backup dei pacchetti e dipendenze varie delle nostre applicazioni, tool, librerie, giochi ecc oppure salvare i nostri temi e set d'icone preferiti.
Utilizzare Aptik è molto semplice, basta indicare una cartella dove salvare i file, pacchetti ecc (può essere anche un'hard disk esterno, pendrive ecc) e scegliere se effettuare il backup dei PPA (compreso anche le key d'autentificazione), Software, interi pacchetti presenti nella cache di apt. oppure i temi ed icone preferiti.
Per ripristinare in un secondo momento i PPA, temi, software ecc basta riavviare l'applicazione indicare la cartella di backup e cliccare su Restore e confermare il ripristino.
E' possibile operare in Aptik anche da riga di comando, consentendo cosi la possibilità di effettuare il backup di software, repository ecc in server o da remoto accedendo alla nostra distribuzione ad esempio da SSH.

Aptik in Ubuntu Linux
Aptik backup PPA
Aptik in Ubuntu Linux
Aptik backup applicazioni
Aptik in Ubuntu Linux
Aptik backup temi ed icone
Aptik funziona in Ubuntu Linux, anche se non testato dovrebbe funzionare anche in derivare come Ubuntu Gnome, Xubuntu, Lubuntu, Linux Mint, ecc.
Per installare Aptik in Ubuntu e derivate basta digitare da terminale:
sudo apt-add-repository ppa:teejee2008/ppa -y
sudo apt-get update 
sudo apt-get install aptik
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